La città

La Città – cenni Storici e turistici

La città di Pordenone è un importante centro economico-industriale del Friuli occidentale e vanta antiche origini.

Deve il nome a Portus Naonis, il porto sul fiume Noncello, nato intorno al 1000 e nucleo originario dell’attuale città.
Numerose furono le invasioni della sua storia; quella Longobarda lasciò profonde tracce archeologiche, toponomastiche e documentarie.
Pordenone appartenne da fine 1200 agli Absburgo. Vennero così a formarsi le basi per lo sviluppo successivo della città che poteva vantare legami economici con mercati sia locali che esteri. 
Già durante la dominazione asburgica, che si protrasse fino al 1508, in città fiorirono una serie di attività: molini e cartiere, botteghe di ceramica e d’oreficeria, telai da lana e da seta, medici e notai. 
Nel 1537, Pordenone passò sotto la legislazione di Venezia. La fine della Serenissima, nel 1797, aprì un quindicennio durante il quale la zona fu spesso campo di battaglia tra gli opposti schieramenti franco-italiani e austro-russi. 
Nel periodo del Regno Lombardo-Veneto (1815-1866), Pordenone visse un autentico decollo industriale supportato in modo determinante dall’energia idroelettrica, campo in cui la città può vantare invidiabili potenzialità.
Dopo il passaggio all’Italia (1866), nei decenni attorno al 1900 furono avviati altri settori economici, quali il metalmeccanico, il siderurgico, il chimico e quello del legno, ad opera della “dinastie” delle varie famiglie storiche della zona.

Il centro storico, ovvero l’Antica Contrada, è attraversato da una principale arteria cittadina, il Corso Vittorio Emanuele, e anche se non molto grande offre numerose attrattive.

Il Duomo di S.Marco è uno splendido esempio di secoli di dominazioni. 
Eretto in stile romanico-gotico dopo la metà del Duecento venne poi rimodernato a fine 1700 e rimodificato nel 1800. 
Al suo interno il Duomo conserva pezzi di pregio: statue del 1700, affreschi del 1500 e pregevoli tele del Pordenone e Tintoretto. 
Il campanile, alto 72 metri, è risalente al 1347 e rimane ad oggi a sovrastare la città.

Il Museo Civico D’Arte si trova nel medievale Palazzo Ricchieri e raccoglie una nutrita collezione del pittore pordenonese Michelangelo Grigoletti (1801-1870). Altre sezioni sono dedicate al tesoro del Duomo con pezzi d’oreficeria, sculture e opere in pietra.

Il Palazzo Comunale del XIV secolo fa da sfondo al lungo Corso Vittorio Emanuele che attraversa tutto il centro cittadino. Da sempre vitale, il corso, anche oggi è molto frequentato; sotto i suoi portici i negozi si susseguono e i palazzi gotici, rinascimentali e barocchi gli attribuiscono un fascino d’altri tempi.

Imboccando la Via del Castello arriverete a visitare l’incantevole ex convento di S. Francesco, oggi sede di numerose mostre. Di fronte a esso, palazzo Amalteo, oggi sede del museo civico delle scienze.

Il Castello di Pordenone fu eretto attorno al 1270 da Filippo Ulrico di Carinzia per contrastare l’egemonia dei Signori di Torre. 
La sua storia e’ legata agli Asburgo e a Venezia ma questa costruzione non ebbe mai un ruolo di primaria importanza militare.
Dal 1833 il maniero è adibito a carcere.

Appena fuori dalla città potrete visitare il paese di Torre.
Abitato sin da epoca romana conserva numerose testimonianze del passato. 
L’imponente Castello (di cui si hanno notizie dal XII secolo) sorge in una zona ricca di risorgive ed esce dagli schemi solitamente noti per questo genere di edifici.
E’ infatti privo di muro di cinta e costituito da una serie di elementi diversi appartenenti a epoche successive, dove il denominatore comune è il massiccio torrione a tre piani.

Sempre nei dintorni la Valle del Noncello, dove concedersi una passeggiata in riva al parco fluviale o visitare il parco di S.Valentino che, con 7 ettari di estensione, è il più grande parco cittadino del Friuli. 
Al suo interno vi potete trovare un percorso ginnico e un laghetto abitato da varie specie di uccelli d’acqua.

Ma Pordenone è anche una città con molte proposte tra fiere e manifestazioni. 
Caratteristica una antica tradizione popolare, che durante la quaresima celebra il processo e il rogo “de la vecia”.