Intorno a Pordenone

Comune di Andreis

Abitanti: 323

Superficie: 26,89 Kmq

Altitudine: 455 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Alcheda, Bosplans, Prapiero, Rompagnel

Municipio: Via G. d Annunzio 42 – 33080 Andreis

Tel.: 0427.76007 Fax: 0427.76304

http://www.comune.andreis.pn.it/

Andreis lo stretto legame fra paeseenatura è ribadito dalla presenza in uno stesso edificio del Museo etnografico dell’Arte e Civiltà contadina e del Centro visite del Parco naturale delle dolomiti friulane, oltrechedalletipichearchite tture rurali a più piani con scala esterna in pietra e legno, e ballatoio chiuso da un cancelletto. Le opere d’arte si concentrano nella chiesa di Santa Maria delle Grazie: dall’altar maggiore in marmi policromi, con tabernacolo di G.B. Bettini (1748) estatuede i Santi Pietro e Paolo (1750 ca.) del padovano G. Contiero, a un San Sebastiano in marmo di scuola veneta della metà ‘700 che esibisce fluidità di modellato e virtuosistico traforo del basamento; dalla pala della Madonna del Rosario col Bambino e Santi al battistero di Pietro Colusso di Meduno (1668). Una Annunciazione euna popolaresca Madonna vestita trovano invece collocazionene alla chiesa di San Daniele in Monticello.

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Comune di Aviano

Abitanti: 8220,
Superficie: 113,46 Kmq

Altitudine: 159 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Beorchia, Castel d’Aviano, Costa Ornedo, Giais, Marsure, Pedemonte, Piancavallo, San Martino di Campagna, Somprado, Selva, Villotta

Municipio: Piazza Matteotti, 1 – 33081 Aviano

Tel.: 0434.666511 Fax: 0434.666515
http://www.piancavallo.com/

Poderosese micolonnecorinziea fusto liscio, su alti basamenti, a sostenere l’architravecoronato da una cornice aggettante a mensole. È questa la combinazione che, esibita in facciata e ripresa lungo le pareti interne dell’aula, modula in rilievo le masse murarie della neoclassica chiesa di San Zenone, progettata da Francesco Riccati a fine ‘700 e completata nel 1832 da Giovan Battista Bassi; ed entro la trama disegnata da questa articolazione di elementi plastici si inserisce e si squaderna, come ordinato in una griglia modulare, il patrimonio di opere d’arte del Duomo: dalla Madonna in trono col Bambino fra i SS. Rocco, Zenone, Francesco e Sebastiano di Pietro da Vicenza (1514), i cui personaggi si situano sotto l’incombente volta a bottein un involucro prospettico che ancora fatica a conciliareindagineanatomica della singola figura e resa di una spazialità unitaria, alla Pala della Madonna del Rosario (1617) di Gaspare Narve sa, l’unico pittorefriulano in grado di elaborare nei decenni di passaggio fra XVI eXVII sec. uno stileautonomo rispetto alle imperanti suggestioni pordenoniane. Tratti salienti della tela sono la freschezza della materia pittorica, che soprattutto nei panneggi si addensa in piani dalle spigolose sovrapposizioni, impostazione compositiva giocata su scorci esasperati e dissonanti scelte cromatiche, che prevedono (avvicinandosi più allo sperimentalismo anticlassico di Pontormo e Rosso Fiorentino chealla tradizione veneta) accostamenti di rosa e arancio, del vermiglio e di un azzurro metallico. Ancor più ricco è l’apparato decorativo degli edifici cultuali di Castel d’Aviano (foto a sx), a partire dalla chiesa cimiteriale di Santa Giuliana, che conserva della prima fase di edificazione trecentesca il vasto ciclo di affreschi delle pareti dell’aula: una composita teoria di Santi e Madonne chesul lato sud si sviluppa in tre fasce sovrapposte , proponendo una summa degli orientamenti stilistici e delle iconografiede vozionali più diffusi in Friuli dopo la metà del XIV sec.. Di Gianfrancesco da Tolmezzo sono poi gli affreschi della chiesetta di San Gregorio (finese c. XV), raffiguranti gli episodi culminanti della Passione di Cristo. Nell’Ultima cena l’autoresi attarda in una definizione eminentemente grafica dei personaggi, ma nel medesimo contesto la Crocifissione della parete destra fa intravedere come il tolmezzino, prendendo le distanze dai modelli incisori nordeuropei utilizzati per il resto del ciclo (come già a Provesano, nel 1496), si disponga nell’ultimo decennio di attività a calare le sue salcigne creature in un universo di colori pulsanti, più morbidi volumi e suggestioni atmosferiche, in linea con l’ineludibile dolcezza della pittura belliniana. Conservano decorazioni parietali anche l’oratorio di S. Floriano e quello di S. Pellegrino a S. Martino di Campagna e soprattutto la chiesa di Santa Caterina a Marsure, con vasto ciclo di affreschi di G. Stefanelli (1547). Da ricordare invece per la scultura un gruppo ligneo rinascimentale raffigurantela Pietà nella parrocchiale di San Lorenzo a Marsure, un Vesperbild della metà ‘400 in pietra arenaria nella parrocchiale di Castello eil Tabernacolo in pietra d’Istria (fine sec. XVI) dell’oratorio di Sant’Antonio, entro il complesso di Villa Policreti-Fabris a Ornedo. E seanchene ll’impianto di Palazzo Menegozzi ad Aviano è ripresa una tipologia settecentesca dell’architettura di villa, l’esempio più efficace del genere resta Villa Policreti a Castello, in cui di estremo interesse rimane il vasto parco chea metà ‘800 venne risistemato in chiave pittoresca dall’architetto P. Quaglia, autore in Friuli di altre realizzazioni paesaggistiche di intonazione tardo romantica.

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Comune di Arba

Abitanti: 1,228

Superficie: 14,76 Kmq

Altitudine: 210 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Colle

Municipio: Via V. Emanuele, 19 – 33090 Arba

Tel.: 0427.93032 Fax: 0427.938878

La chiesa parrocchiale di Arba, eretta in forme neoclassiche nel sec. XIX (1836-1861) e quindi decorata sul soffitto dell’aula da una Caduta degli angeli ribelli di P. Sopracasa (1921), custodisce alcune opere provenienti dalla vecchia parrocchiale: un fonte battesimale (sec. XVI) e soprattutto l’altare maggiore, con Angeli adoranti l’Eucarestia a bassorilievo e statue degli Arcangeli Raffaele e Michele (sesto decennio del sec. XVIII), eseguito da G. Contiero secondo gli spumosi canoni plastici dell’altaristica settecentesca veneta. A distogliere l’attenzione da scabro e affascinante paesaggio circostante si provano poi alcuni episodi di architettura contemporanea: l’edificio del Municipio (1969- 1973), degli architetti G. Gresleri e S. Varnier, o la chiesa di San Gottardo nella frazione di Colle, costruita nel 1987 su progetto del sacilese E. Polesel. Al suo interno una cattedra intagliata del sec. XVII, scampata alla demolizione del precedente edificio dopo il terremoto del 1976.

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Comune di Arzene

Abitanti: 1,608

Superficie: 12,06 Kmq

Altitudine: 60 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: San Lorenzo

Municipio: Piazza Municipio, 1 – 33090 Arzene

Tel.: 0434.89044 Fax: 0434.899315

Alcune chiese conservano con particolare freschezza l’afflato devozionale che ne segnò la nascita e la decorazione: fra di esse va annoverata la chiesa di Santa Margherita ad Arzene, nella cui abside la pala d’altare con Santa Margherita fra i Santi Sebastiano e Rocco di Pomponio Amalteo (prima metà XVI sec.) si accompagna ad affreschi in parte dovuti a Gaspare Narvesa (Annunciazione; alcuni degli Apostoli, inizi XVII sec.) e ad altri più popolari di autori del primo ‘500. Ma nella medesima categoria rientra pure la vecchia, trecentesca chiesa parrocchiale della frazione di San Lorenzo, non foss’altro per il Demonio alla catena (XVI sec.) affrescato in prossimità della pila dell’acqua santa, immagine di sconvolgente concretezza.

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Comune di Azzano Decimo

Abitanti: 12,882

Superficie: 51,40 Kmq

Altitudine: 14 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Corva, Fagnigola, Fiumesino, Fratte, Tiezzo, Borgo Facca, Capo di Sopra, Capo di Sotto, Cesena, Colle, Mantova, Piagno, Runtine, Villacriccola, Zuiano

Municipio: Piazza Libertà, 1 – 33082 Azzano Decimo

Tel.: 0434.631052 Fax: 0434.640182

Lunghi viali che si perdono nella campagna, spesso costeggiati da filari di platani o pioppi, segnano le direttrici spaziali del territorio di Azzano. Ad abbandonarli, capita di imbattersi in piccoli stagni, cantine che producono ottimo vino e… opere d’arte. È quel che accade a chi si spinga fra le mura della chiesetta di Santa Lucia in Colle (affreschi di Pietro Gorizio, 1500 ca.) o presso Villa della Torre -detta Pedrina- a Tiezzo, di origine cinquecentesca e dotata nel secolo successivo dell’annessa chiesetta di San Giuseppe. Dipinti parietali del ‘500 si trovano anche nell’oratorio di Santa Croce e nella vecchia parrocchiale di Fagnigola (il nuovo edificio (foto) in stile neogotico titolato a San Michele Arcangelo è invece decorato da T. Donadon e conserva sculture di M. Mascherini).

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Comune di Barcis

Abitanti: 306

Superficie: 103,10 Kmq

Altitudine: 409 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Armasio, Arcola, Cimacosta, Fontane, Guata, Losie, Mighet, Molassa, Pentina, Pezzeda, Ponte Antoi, Portuz, Predaia, Ribe, Roppe, Vallata

Municipio: Piazza Vittorio Emanuele, 5 – 33080 Barcis

Tel.: 0427.76014 Fax: 0427.76340

Fra i bacini artificiali realizzati in quest’area negli anni cinquanta per la produzione di energia idroelettrica e per regolarizzare l’apporto irriguo delle acque torrentizie alle coltivazioni della pianura, il lago di Barcis è forse quello che, dal 1954, meglio è riuscito ad integrarsi nel contesto paesaggistico. Gli incanti di Barcis sono soprattutto di carattere naturalistico: intorno al lago si estendono infatti boschi ancora integri -anche sul piano faunistico- che si offrono ad escursioni di vario livello; di particolare richiamo, sul versante del lago opposto al paese, il Parco del Prescudin, che per le non elevate pendenze della strada che vi si inoltra si presta anche ad un approccio cicloturistico. A Barcis da Montereale si arriva oggi attraverso una lunga galleria, ma fino a non molti anni orsono l’approccio era scandito dalle innumerevoli curve della strada (oggi riservata a percorsi ciclistici) che si snoda a picco sull’orrido della Valcellina, in parte scavata in quelle rocce che il torrente Cellina erose nel corso dei millenni e chemanife stano nellepropriecorrugate stratificazioni ancor più antichi sconvolgimenti geologici. Sul piano artistico, oltrealla chiesa di San Giovanni (decorata da affreschi absidali di primo ‘900) il territorio offre vari piccoli oratori e edicole immersi nel verde. Fra le costruzioni civili spicca Palazzo Centi (foto in alto) (sec. XVII), con il portico ad archi ribassati ela soprastante loggetta a tutto sesto che ne connotano la facciata.

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Comune di Brugnera

Abitanti: 8,109

Superficie: 29,24 Kmq

Altitudine: 16 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Maron, San Cassiano di Livenza, Tamai, Villa Varda

Municipio: Via Villa Varda, 2 – 33070 Brugnera

Tel.: 0434.616711 Fax: 0434.624559

http://www.comune.brignera.pn.it/

Brugnera, polo dell’industria mobiliera, ha visto in anni recenti crescere l’offerta culturale attraverso gli eventi espositivi ospitati nella seicentesca Villa Varda, che affascina per il suo ampio parco – ridisegnato nel sec. XIX secondo prevalenti criteri paesaggistici – che si snoda lungo il corso del Livenza arricchito da una classicheggiante aranciera e da un’elegante cappella in stile neogotico. Non distante da Villa Varda, la chiesa di San Cassiano si fa ricordare per il fonte battesimale in pietra (1525) e per un Cristo morto ad affresco di Francesco da Milano: due opere tipiche degli orientamenti stilistici locali a inizio ‘500. Degli stessi anni ma di più spiccati accenti veneti è la Madonna col Bambino in trono e santi di M. Fogolino, nella parrocchiale di Brugnera, mentre alla fine del ‘400 riconduce – nella chiesa del cimitero – l’affresco di A. Bellunello raffigurante San Bernardino da Siena, ancora pienamente partecipe di un clima figurativo in cui valore determinante del dipinto è la linea.

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Comune di Budoia

Abitanti: 2,150
Superficie: 2,150 Kmq

Altitudine: 135 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Dardago, Santa Lucia, Val de Croda

Municipio: Piazza Umberto I, 11 – 33070 Budoia

Tel.: 0434.654285 Fax: 0434.654961

Lo scalpello di O. Marinali ha regalato alla chiesa di Sant’Andrea un vibrante Cristo in croce (sec. XVIII), in cui l’intensità drammatica diviene parimenti fisica rispetto all’opera – pure in marmo – conservata nel Museo Diocesano di Pordenone. Di altrettanto rilievo estetico e tensione spirituale è l’affresco raffigurante Santa Lucia condotta al lupanare (1500 ca.) nella chiesa di Santa Lucia in colle, in frazione omonima. Ne è autore Gianfrancesco da Tolmezzo. La chiesa di Santa Maria Maggiore a Dardago presenta sul soffito una Assunzione di G.C. Bevilacqua (1823) e un affresco riferibile a G. Del Zocco (Padre Eterno, Madonna col Bambino in trono e Santi, 1565), già nella chiesa di San Martino.

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Comune di Caneva

Abitanti: 6,318

Superficie: 41,95 Kmq

Altitudine: 57 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Fiaschetti, Fratta, Sarone, Stevenà, Crosetta del Cansiglio, Gaiardin, Lama de Carpen, Malconsei, Pradego, Tambruz

Municipio: Piazza Martiri Garibaldini, 8 – 33070 Caneva

Tel.: 0434.797411 Fax: 0434.797115

http://www.comune.caneva.pn.it/

A Caneva la passione per le bici è travolgente e dunque mettete in preventivo di vedere sfrecciare ciclisti per ogni incontrarli fino in cima al colle su cui sorge, fra i ruderi delle mura del castello medievale, la chiesa di Santa Lucia, che conserva affreschi (Madonna col Bambino e San Bernardino; Santi Bernardino e Ludovico da Tolosa; San Lorenzo di Pietro Gorizio) e una tempera su tavola (Madonna col Bambino in trono e Santi) di età rinascimentale.Ai piedi del colle sono da vedere l’eclettica villa Pietranna (foto), eretta a inizio ‘900 su progetto di D. Rupolo, e la chiesa di San Tommaso. Al suo interno spiccano l’affresco di G. De Min con la Caduta degli angeli ribelli (1840) e il trittico su tavola di Francesco da Milano raffigurante San Rocco fra i Santi Sebastiano e Nicola da Bari (1512), nel cui sfondo non mancano segnali di interesse del pittore per il repertorio iconografico delle stampe nordiche. I medesimi indizi trapelano nella sua Madonna col Bambino fra angeli e Santi nella chiesa di Santa Maria Assunta a Fratta, mentre la Strage degli innocenti nella chiesa di San Marco a Stevenà evidenzia come anche a un modello pittorico veneziano quale il Tintoretto ci si potesse rivolgere attraverso la mediazione di un’incisione. A Sarone, consigliabile la panoramica passeggiata alla vetta del Col San Martino.

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Comune di Casarsa della Delizia

Abitanti: 8,308

Superficie: 20,41 Kmq

Altitudine: 44 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Boscat, Centata, San Giovanni, Comunale, San Floriano, Sile, Versa, Versutta

Municipio: Piazza Quattro Novembre, 23 – 33072 Casarsa della Delizia

Tel.: 0434.873911 Fax: 0434.873910

http://www.comune.casarsadelladelizia.pn.it/

Casarsa è oggi nota ai più in ragione della permanenza giovanile in queste terre del poeta Pier Paolo Pasolini, la cui casa natale è stata trasformata in un centro di studio e documentazione sull’artista. E proprio in luoghi fra i più strettamente legati alle memorie pasoliniane, cioè nel piccolo abitato di Versutta, vanno cercate le testimonianze artistiche più antiche del territorio comunale: la chiesetta di Sant’Antonio abate, semplice e scabra come la figura del santo eponimo -scolpita da Carlo da Carona (prima metà XVI sec.)- che ne sovrasta l’ingresso, contiene infatti nell’aula lacerti d’affresco della metà XIV sec. e sulla volta absidale alcuni raffinati brani di pittura del primissimo Rinascimento (1420-1430 ca.), con particolare spicco degli Evangelisti entro cornici mistilinee, ancora legati a una fiabesca dimensione tardogotica. Il pieno Rinascimento si dispiega invece sulle pareti della chiesa campestre di San Floriano -ai margini del Comune in direzione di San Vito- con le Storie di san Floriano (1590) di Cristoforo Diana e a C asarsa nella chiesa dedicata alla Santa Croce; all’interno affreschi di P. Amalteo (1536) con Storie della Passione di Cristo e della Croce. Da qui proviene anche il Compianto su Cristo deposto dell’Amalteo oggi nella parrocchiale, che vanta pure due tele di Jacopo D’Andrea e dipinti parietali di U. Martina nella volta absidale. Pittura murale del ‘900 -di T. Donadon- e tele di Amalteo e Moretto (fine sec. XVI) connotano infine la neogotica chiesa di San Giovanni Battista, progettata a fine ‘800 da D. Rupolo.

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Comune di Castelnuovo del Friuli

Abitanti: 895

Superficie: 22,59 Kmq

Altitudine: 234 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Castelnovo è costituito da circa una quarantina tra contrade e località. Tra queste: Almadis, Celante, Costa, Franz, Graves, Madonna dello Zucco, Michei, Molevana, Mostacins, Oltrerugo, Paludea, Praforte, Vidunza, Vigna

Municipio: Via Paludea, 63 – 33091 Castelnovo del Friuli

Tel.: 0427.90040 Fax: 0427.907840

www.agemont.it/cas

Il Comune di Castelnovo è formato da vari borghi disseminati su erte colline, che trovano possibile raccordo visivo nella chiesa di S. Nicolò, eretta alla sommità del colle in località Vigna su progetto di G. D’Aronco alla fine del sec. XIX. All’interno, sculture in pietra e legno policromo provenienti da San Daniele a Collemonaco e dall’antica Parrocchiale: fra le altre un San Daniele del Pilacorte. A Paludea, nella chiesa di San Carlo sono giunti -sempre da Collemonaco- un altare ligneo di F. Pasiani, quello attribuito a G. Riegher che racchiude la Madonna col Bambino e i Santi Floriano e Biagio di O. Gortanutti (seconda metà sec. XVII) e la statua di San Floriano (sec. XVI) in controfacciata. Valentino Panciera, detto il Besarel, è l’autore della Madonna lignea alla parete sinistra (seconda metà sec. XIX). In materiale lapideo è invece realizzata la Madonna col Bambino sulla facciata di un edificio non distante dalla chiesa, riferibile alla bottega del Pilacorte (sec. XVI). Una pala di V. Baldissera (secondo ‘800) è conservata nella chiesa di San Liberale a Oltrerugo.

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Comune di Cavasso Nuovo

Abitanti: 1,396

Superficie: 10,46 Kmq

Altitudine: 300 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Orgnese, Dreon, Grilli, Mas, Runcis, Petrucco, Vescovi

Municipio: Piazza Pebliscito, 12 – 33090 Cavasso Nuovo

Tel.: 0427.77014 Fax: 0427.778000

L’immagine di Cavasso Nuovo è indissolubilmente legata alla sua principale architettura civile: Palazzo Polcenigo (detto “Palazat”), edificio del sec. XVIII che assomma in sé una massiccia impostazione da castello (torri laterali, cornici a bugnato) ed elementi propri dell’architettura di villa (corpo centrale rilevato, decori a stucco e affreschi allegorici all’interno). Il più importante “contenitore” d’arte è peròla chiesa di San Remigio, al cui interno trova posto la Visitazione con i Santi Giovanni Battista, Antonio da Padova e Nicolò di N. Grassi (quarto decennio sec. XVIII); nel dipinto i santi in primo piano introducono lo spettatore al principale nucleo iconografico del dipinto, che secondo un meccanismo già affermatosi nel secolo precedente viene reso tramite un “quadro riportato”. Con riguardo alla decorazione ad affresco, detto di alcuni lacerti seicenteschi ora in canonica, si impone la vasta Assunzione della Vergine con i simboli degli Evangelisti di A. Urbani (1783) sul soffitto dell’aula. Quanto alle opere lapidee, invece, il fonte battesimale di Francesco da Meduno (inizi sec. XVI), con coperta lignea settecentesca, si accompagna al monumento funebre di Marzio da Polcenigo (1650).

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Comune di Chions

Abitanti: 4,522

Superficie: 33,47 Kmq

Altitudine: 16 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Basedo, Taiedo, Villotta, Torrate, Villafranca, Villalta, Villutta

Municipio: Via Vittorio Veneto, 21 – 33083 Chions

Tel.: 0434.630570 Fax: 0434.630368

Le piatte campagne della bassa pordenonese, ideali per una esplorazione cicloturistica, offrono un vasto campionario di pittura devozionale del Rinascimento. La chiesa di San Giorgio (foto) a Chions conserva ad esempio sulle pareti dell’aula la serie più nutrita di Santi e Madonne col Bambino visibile nella Destra Tagliamento; tutti compresi nel primo quarto del ‘500, gli affreschi sono dovuti a maestri di ambito bellunelliano La chiesa di San Liberale a Villotta replica il medesimo, paratattico schema decorativo, registrando però a fianco dei seguaci di Bellunello anche l’intervento di Pietro da San Vito (Santi Bovo e Apollonia, 1520 ca.). La chiesa di San Bartolomeo a Basedo, infine, aggiunge alle tipologie iconografiche considerate una Madonna della Misericordia (fine XV-inizi XVI sec.) in cui si segnala la resa fisionomica dei devoti raccolti nell’abbraccio di Maria.

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Comune di Cimolais

Abitanti: 465

Superficie: 101,21 Kmq

Altitudine: 652 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: San Floriano

Municipio: Via Vittorio Emanuele II, 27 – 33080 Cimolais

Tel.: 0427.87019 Fax: 0427.87020

Terreno prediletto dagli alpinisti (che possono sfidare il celebre Campanile della Val Montanaia o la Cima dei Preti, la cui vetta s’innalza ad oltre 2700 metri) e dagli amanti della natura in generale (ai quali già la salita al Rifugio Pordenone riserva solitamente stimoli atletici sufficienti), Cimolais non manca di offrire motivi di interesse anche agli appassionati d’arte: la chiesa parrocchiale di Santa Maria conserva infatti, oltre a un fonte battesimale in pietra con coperta lignea (sec. XVII) e a degli affreschi di G. Modolo della metà ‘900, una dellepiù significativete stimonianzedi altaristica lignea barocca della provincia: il ricco altar maggiore seicentesco (comprendente Madonna col Bambino fra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista) intagliato dal cadorino G. Auregne, al quale sono attribuiteancheledue “macchine lignee” laterali intitolate al Rosario ed al Crocifisso. Più modesti altari del XVII-XVIII sec. ornano anchela chiesa di San Floriano.

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Comune di Clauzetto

Abitanti: 419

Superficie: 27,96 Kmq

Altitudine: 558 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Comprende una quarantina di agglomerati sparsi come Celante, Dominisia, Francescuz, Gerchia, Orton, Pradis di Sotto, Pradis di Sopra, Tascans, Triviat, Zuanes

Municipio: Via G.M. Fabricio, 17 – 33090 Clauzetto

Tel.: 0432. 80323 Fax: 0427.80516

Fra le opere d’arte custodite nella chiesa di S.Giacomo (inizi sec. XVII; del 1732 è il robusto campanile), spicca la coperta lignea del fonte battesimale (1672-73), di uno “Zuane” maestro intagliatore gemonese: a pianta esagonale, essa ospita sui lati la descrizione a intaglio di quattro scene della vita di San Giovanni Battista e di due paesaggi fantastici; al sommo della cupola, la statuetta del Battista. La decorazione pittorica conta i nomi di G. Angeli (con una piazzettesca Morte di San Giuseppe, sec. XVIII), O. Politi, capofila del neoclassicismo in Friuli nativo di Clauzetto (S. Giovanni Battista, 1824), V. Tramontin (Arcangelo Gabriele e Vergine annunciata, 1949). Da segnalare poi l’altar maggiore e l’altare delle anime purganti -sec. XVIII-. Oltre alla chiesa di San Paolo e all’oratorio di San Giuseppe a Dominisia, da vedere è poi il suggestivo ambiente della “grotta verde” di Pradis (foto), una cui parete è divenuta nel 2002 teatro di un discusso intervento di stampo concettuale dell’artista statunitense Jenny Hol.

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Comune di Claut

Abitanti: 1,180

Superficie: 165,98 Kmq

Altitudine: 613 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Cellino di Sopra, Cellino di Sotto, Contron, Creppi, Lesis, Pinedo, Stoc, Matan, Vit

Municipio: Via A. Giordani – 33080 Claut

Tel.: 0427.878040 Fax: 0427.878454

La bellezza dell’ambiente naturale clautano non si propone con la scenografica evidenza dei centri turistici delle Dolomiti, ma possiede un fascino sommesso, che spesso conduce l’escursionista estemporaneo a tornare munito di cartina altimetrica, per non lasciare inesplorati i sentieri più suggestivi. Al rientro dalle camminate si possono poi passare in rassegna le tipiche case clautane, connotate dal ricorrere di portici e loggette, insinuare lo sguardo nei mille anfratti degli altari lignei degli Auregne (sec. XVII) nella chiesa di San Giorgio, alzarlo verso gli affreschi di T. Donadon (1911-1912) o spendere le residue energie atletiche nel modernissimo Palaghiaccio.

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Comune di Cordenons

Abitanti: 16,990

Superficie: 56,78 Kmq

Altitudine: 44 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Nogaredo, Romans, Sclavons, Villa d’Arco

Municipio: Piazza della Vittoria, 1 – 33084 Cordenons

Tel.: 0434.930151 Fax: 0434.932548

Uno degli aspetti più affascinanti di Cordenons è che, mentre verso ovest il territorio comunale il vicino capoluogo, nelle altre direzioni pochi giri di pedale bastano per inoltrarsi in aree di ancor elevato interesse naturalistico: dai sassosi magredi a settentrione alle verdeggianti aree risorgive meridionali. Proprio ai margini di queste sorge l’edificio di maggiore interesse storico-artistico: la chiesa di S. Pietro a Sclavons, edificio eretto nel sec. XV su di un sito le cui più antiche vicende sono ripercorribili in loco attraverso le risultanze della ricerca archeologica. Tra gli affreschi che decorano l’interno, un San Floriano (primo decennio sec. XVI) di Gianfrancesco da Tolmezzo a sinistra dell’arcone e le dinamiche Storie di San Pietro nel coro e scene della Genesi sulla destra dell’aula dovute alla mano di G. Del Zocco (1551 ca.). Del medesimo autore è il coevo trittico con Madonna col Bambino e le Sante Caterina e Lucia nella non lontana nuova parrocchiale. La piazza centrale di Cordenons, molto ampia ed oggetto di una recente reinterpretazione urbanistica, è visivamente imperniata sulla settecentesca chiesa di santa Maria Maggiore, nei cui vasti spazi sono custoditi una pala di G. Narvesa (Trinità, San Valentino, San Floriano, Santo vescovo e devoti, 1595-1598), l’altare del Rosario con sculture di G. Torretti (inizi sec. XVIII), un Transito di San Giuseppe (1868) di M. Grigoletti. La chiesa di San Giacomo attesta ancora una volta la presenza di G. Del Zocco con gli affreschi del coro, mentre la chiesa di San Giovanni Battista -sulla strada che conduce a San Quirino- conserva una statua in pietra di G.A. Pilacorte raffigurante il santo titolare (1515).

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Comune di Cordovado

Abitanti: 2,565

Superficie: 12,12 Kmq

Altitudine: 15 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Belvedere, Saccudello, Suzzolins

Municipio: Piazza Cecchini, 24 – 33073 Cordovado

Tel.: 0434.68075 Fax: 0434.68319

Immersa in campagne verdeggianti, fra le quali si sviluppa anche un Parco letterario dedicato ad Ippolito Nievo (che in queste zone ambientò il celebre romanzo Le confessioni di un italiano), Cordovado si può esplorare a partire da Borgo Castello, le cui origini medievali emergono nelle porte d’ingresso e negli affreschi di metà XIV sec. dell’oratorio di San Girolamo. Al sec. XVIII risalgono invece villa Attimis-Piccolomini e palazzo Ridolfi-Bozza- Marrubini, decorato da affreschi di G.F. Zamolo (1704-1712). Appena fuori dal borgo è l’antica parrocchiale di Sant’Andrea (XV sec.), con decorazione absidale attribuita a Gianfrancesco da Tolmezzo e bottega (nelle vele della crociera Dottori della Chiesa in cattedra fra Evangelisti, Profeti e angeli musicanti; sulla parete sud lacerti del Martirio di Sant’Andrea, inizi XVI sec.). Altre importanti opere (come i Santi Pietro, Paolo, Stefano e Lorenzo, tavole di B. Blaceo, 1530; la Madonna del Rosario di G. Moretto, 1586 ca.; la Pala del Nome di Gesù di N. Grassi, 1730-1740 ca.) si trovano oggi nella nuova parrocchiale di Sant’Andrea apostolo, dominata al suo interno dagli affreschi di P. Casarini (1962), che insieme ai dipinti dell’altar maggiore e ai rilievi della porta bronzea (1967) esprimono il pathos della fede attraverso violenti incastri di superfici e di colori. Massima concentrazione di arte tardomanierista e barocca si ha infine nel Santuario della Madonna, eretto a pianta centrale fra 1600 e 1603. L’interno è fastosamente decorato da stucchi, intagli e dipinti, fra cui una Madonna di scuola del Bellunello (inizi ‘500), otto Sibille e Profeti di A. Carneo (metà XVII sec.) nel soffitto ligneo, affreschi di F. Zanimberti (1613) nella crociera absidale e, alle pareti, opere di S. Peranda (inizi XVII sec.). Accanto al santuario si trovano i palazzi Mainardi e Cecchini (sede di esposizioni, con decori in gusto eclettico -di secondo ‘800- ai soffitti del piano nobile). In frazione Saccudello, la chiesa di sant’Antonio custodisce un Sant’Antonio abate intagliato nei modi di Domenico da Tolmezzo (fine sec. XV). A Suzzolins, opere settecentesche nell’oratorio di Sant’Urbano.

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Comune di Erto e Casso

Abitanti: 424

Superficie: 52,22 Kmq

Altitudine: 775 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Cavalle, Col della Ruava, Forcai, Liron, Pineda, Val del Pont

Municipio: Via IX Ottobre, 4 – 33080 Erto e Casso

Tel.: 0427.879001 Fax: 0427.879100

I due paesi sono ineluttabilmente affacciati sul proprio passato, cioè sulla frana del MonteToc cheil 9 ottobre1963 causò (dopo ripetute avvisaglie colpevolmente ignorate) l’agghiacciante tragedia del Vajont. Un evento il cui ricordo -reso ineludibile dalla visita alla diga, drammaticamente bella nella sua altissima struttura- ancor oggi non può che scuoterelecoscie nzeefiniscepe r conferireun valoreparticolarealla sacra rappresentazione che si tiene a Erto ogni Venerdì Santo: la Via Crucis, qui, parepiù realechealtrove . Sead Erto meritano una visita la vecchia parrocchiale settecentesca (all’interno Crocifisso di A. Brustolon, sec. XVII) e la nuova parrocchiale disegnata da G. Gresleri e S. Varnier (1971-1974), da non perdere sono soprattutto leme tafisiche case-torri di Casso, fra cui si incastona la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (sec. XVIII).

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Comune di Fanna

Abitanti: 1,508

Superficie: 10,13 Kmq

Altitudine: 274 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Borgo Sottila, Madonna di Strada

Municipio: Via De Michiel – 33092 Fanna

Tel.: 0427.77036 Fax: 0427.778067

Ricca di espressioni di architettura rurale quali le abitazioni a “corte promiscua” (spazi aperti di forma circolare o rettangolare, cui si accede da archi d’ingresso con portone e intorno ai quali si accentrano con portici e ballatoi case, stalle, fienili ed un pozzo), Fanna vanta pure edifici come casa Mion, in via Montelieto, con affreschi del sec. XVII nella loggia, e la neoclassica chiesa di San Martino (affreschi del soffitto -Ascensione, Pentecoste e Consegna delle chiavi a San Pietro, 1829- di G.C. Bevilacqua). Nel Santuario della Madonna di Strada (sec. XIX) si conserva una Madonna col Bambino in pietra dipinta (sec. XV).

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Comune di Fiume Veneto

Abitanti: 10,111

Superficie: 35,76 Kmq

Altitudine: 20 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Bannia, Cimpello, Pescincanna, Praturlone

Municipio: Via Ricchieri, 1 – 33080 Fiume Veneto

Tel.: 0434.562200 Fax: 0434.562290

http://www.comune.fiumeveneto.pn.it/

Fiume Veneto da molti è identificata con la sua vasta zona industriale e nel contempo come una delle principali zone di espansione residenziale della vicina Pordenone. Bastano però a conferirle altro spessore siti artistici quali la chiesa di Santa Maria della Tavella (che conserva nel coro dipinti parietali di fine ‘300), la chiesa di San Giacomo a Praturlone (con affreschi di A. Zago, del 1503, comprendenti Crocifissione e Miracoli di San Giacomo, ricorrenti nell’iconografia locale fra XIV e XVI sec.) e la chiesa di San Michele Arcangelo a Pescincanna, dalle cui pareti è riaffiorato un frammentario ma prezioso ciclo ad affresco del sec. XIII con scene della vita di Maria e di Gesù.

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Comune di Fontanafredda

Abitanti: 9,507

Superficie: 46,33 Kmq

Altitudine: 52 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Camolli, Casut, Ceolini, Forcate, Nave, Ranzano, Romano, Ronche, Talmassons, Vigonovo, Villadolt

Municipio: Via Puccini, 8 – 33074 Fontanafredda

Tel.: 0434.567611 Fax: 0434.567667

Fontanafredda può vantare la presenza di significative opere d’arte nella chiesa parrocchiale di San Giorgio (con dipinti quali una Madonna col Bambino in trono di inizi sec. XVI, dal sentore belliniano, e la Deposizione attribuita a I. Fischer -sec. XVII-), ma ancor più nelle chiese di Santa Maria Assunta a Vigonovo (Assunzione della Vergine dipinta da Andrea Vicentino, 1597), della Vergine del Rosario a Romano (spettacolare altar maggiore intagliato dalla bottega dei Ghirlanduzzi di Ceneda, 1662) e di Sant’Antonio abate a Nave (pitture su tavola ed altri interventi di P. Casarini, 1965).

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Comune di Frisanco

Abitanti: 643

Superficie: 61,20 Kmq

Altitudine: 500 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Casasola, Poffabro, Cudili, Fornasette, Fulin, Gobbo, Pian delle Merie, Piè d’Uviel, Polaz, Preplans, Valdefrina, Valdestali, Vallavan, Vals

Municipio: Via Valdestali, 1 – 33080 Frisanco

Tel.: 0427.78061 Fax: 0427.78062

Il tratto caratteristico di Frisanco e della frazione di Poffabro è offerto da un’architettura rurale costituita da case a tre-quattro piani, con pilastri in pietra che ne segnano l’intero sviluppo in altezza, ballatoi e scale esterne in legno che mettevano in comunicazione gli spazi della vita domestica con quelli del lavoro quotidiano (il cortile, i fienili), sulla base di trascorse dinamiche sociali. A Poffabro la chiesa di San Nicolò presenta facciata neoclassica. All’interno -trasferita presso il Museo Diocesano di Pordenone la preziosa Annunciazione e Adorazione dell’Eucaristia di Francesco Guardi, sec. XVIII- rimane una seicentesca Madonna del Rosario di Osvaldo Gortanutti.

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Comune di Maniago

Abitanti: 11,702

Superficie: 69,11 Kmq

Altitudine: 283 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Campagna, Dandolo, Fratta, Maniago Libero

Municipio: Piazza Italia, 18 – 33085 Maniago

Tel.: 0427.707111 Fax: 0427.707200

Maniago, terra di celebri coltellinai (come sancito dal Museo dell’Arte fabbrile e delle Coltellerie ospitato negli edifici della ex filanda), riserva non poche sorprese ad una sua esplorazione sul versante artistico. Punto di partenza obbligato è il Duomo di San Mauro (foto). Eretto nel 1488 (ma precedenti vicende costruttive sono testimoniate da frammenti scultorei murati nei suoi intonaci), ha facciata a capanna e ampio portale con colonnine tortili, di gusto tardogotico al pari del rosone ad archetti trilobi; nella lunetta ogivale, la rappresentazione del Padre Eterno benedicente. La torre campanaria, di poco posteriore alla chiesa ma a più riprese modificata, nelle forme attuali riflette l’aspetto assunto nel corso del ‘700. Nell’interno, ad aula unica coperta a capriate, molti sono i dipinti: dai lacerti di affreschi del sec. XIV nella cappella absidale destra (Teste di Santi), che lasciano intravedere l’interesse per la pittura emiliana della prima metà del ‘300 comune a molti maestri locali, influenzati dalla permanenza in Veneto e Friuli di Tomaso da Modena e Vitale da Bologna, al trittico di G. de Cramariis, formato da scomparti laterali con le Sante Lucia ed Apollonia e da quello centrale con la Morte e Resurrezione di Maria e con un piccolo gruppo ligneo della Madonna col Bambino (sec. XIV, attualmente sostituito da una copia), che si staglia su un fondale dipinto con due Angeli che reggono i lembi di un drappo di damasco rosso. De Cramariis è l’autore della preziosa decorazione dei corali del Duomo di Spilimbergo e in quest’opera mantiene i caratteri di finezza grafica e vivacità di colore consueti alla sua attività di miniatore. Di un altro trittico -stavolta ad affresco, attribuibile a un seguace del Bellunello- sopravvive un ampio lacerto alla fine della parete sinistra dell’aula, raffigurante un San Rocco (fine sec. XV) che in origine doveva accompagnarsi alle rappresentazioni di San Sebastiano e della Madonna col Bambino. Nella cappella absidale destra si trova la pala di Pomponio Amalteo raffigurante Cristo in Gloria e i Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Giuseppe, Pietro e Giacomo (1558); nella predella tre scene della vita del Battista. Poco rimane, invece, degli affreschi che Amalteo aveva eseguito sulla volta absidale (1572 ca.). La pittura del Sei-Settecento è poi testimoniata da opere quali la Trinità (1668) di Isaak Fischer o, nella cappella absidale sinistra, la Madonna del Rosario col Bambino e i Santi Domenico e Caterina da Siena (1625), di Tommaso Vecellio; il San Pietro di Alcantara (1720) di G. Brusaferro, in controfacciata, o la Pala di San Vincenzo (1765 ca.) firmata da G. De Gobbis, al secondo altare di destra. Non mancano infine le opere scultoree, dagli altari lignei del Rosario (1628 ca.) e di San Rocco, dovuti alla bottega di Giovanni Auregne, all’altar maggiore in marmi policromi della bottega veneziana dei Bettanelli (1693), sino al fonte battesimale (1549) di scuola medunese, con putti intenti a sorreggere la coppa. In prossimità del duomo, la vasta piazza Italia si sviluppa intorno alla monumentale fontana (metà sec. XIX). Fra gli edifici che vi prospettano, si impone per il suo vigoroso Leone marciano rampante (metà sec. XVI, forse dipinto dall’Amalteo) il rinascimentale palazzo d’Attimis- Maniago. Altra rappresentazione del potere della Serenissima viene offerta da una Madonna col Bambino in gloria, Santi e la Repubblica Veneta (1673) di O. Gortanutti, nella Loggia pubblica. Esterne al centro urbano sono le più antiche chiese di San Lorenzo in Monte e di San Giacomo di Castello (ante 1291). Quest’ultima, a ridosso dei ruderi del castello, conserva lacerti di affreschi del sec. XV provenienti dalla antica chiesa di Nogaredo al Torre e alcuni rilievi lapidei. Affreschi di T. Donadon (1925), fonte battesimale cinquecentesco in pietra con coperta lignea dipinta, altar maggiore con tabernacolo in marmi policromi ed organo con cantoria di “Zuane Topan” (entrambi del ‘700) arricchiscono la chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia a Maniago Libero.

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Comune di Meduno

Abitanti: 1,728

Superficie: 31,25 Kmq

Altitudine: 313 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Navarons, Avon, Ciago, Cilia, Costa, Del Bianco, Mizzeri, Pitagora, Romanis, San Martino, Sottomonte, Valle

Municipio: Via Roma, 15 – 33093 Meduno

Tel.: 0427.86130 Fax: 0427.85000
http://www.meduno.it/

La neoclassica parrocchiale di Santa Maria e dei Santi Filippo e Giacomo conserva diverse opere pertinenti l’originaria chiesa medievale: un fonte battesimale di G.A. Pilacorte (1485), un maestoso altare marmoreo del veneziano Giovanni Trognon (sec. XVIII), con statue e paliotto coevi di Giuseppe Bernardi-Torretti, ma soprattutto la Madonna col Bambino e Sant’Urbano in gloria e i Santi Gottardo, Filippo e Giacomo minore (1739-1744) di G.B. Piazzetta, di denso cromatismo e concitazione chiaroscurale. Una Dormitio Virginis a grisaille rimane degli affreschi (1838) di G.C. Bevilacqua che ornavano il soffitto della navata. Non distante dal centro del paese, la chiesa di S. Martino in castello conserva una Madonna col Bambino fra S. Martino e il povero e un Santo vescovo, affresco di inizio sec. XVI di Pietro da San Vito.

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Comune di Montereale Valcellina

Abitanti: 4,638

Superficie: 67,85 Kmq

Altitudine: 317 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Grizzo, Malnisio, San Leonardo

Municipio: Via M. Ciotti, 122 – 33086 Montereale Valcellina

Tel.: 0427.798782 Fax: 0427.799373

Montereale è una realtà complessa, ultimo avamposto della pianura a ridosso degli orridi della Valcellina, sito di interesse archeologico (con la necropoli protostorica del Dominu) e negli ultimi decenni, nonostanteil suo decentramento, luogo di avviata dinamica culturale (soprattutto graziealle iniziative del Circolo culturale Menocchio). Fra le molte chiese del territorio imprescindibile rimane la visita alla pieve di San Rocco, nel cui coro sono da ammiraregli affreschi di G.M. Zaffoni, detto il Calderari (1560), che rappresentano una delle più articolate e meditate riprese del linguaggio pordenoniano. Interessanti dipinti si conservano anche nell’oratorio della Beata Vergine delle Grazie (Madonna col Bambino in trono, Santi e donatore, di G. Stefanelli, metà sec. XVI) ein quello di San Floriano (foto a sx): qui la pittura, di inizio sec. XVII, si sviluppa sullepare ti con immagini devozionali e culmina nella tela centrale di G. Narvesa (Madonna col Bambino in gloria e Santi). A San Leonardo, altre due pale del Narvesa troneggiano nell’aula della chiesa parrocchiale, proponendo con la propria compaginedi personaggi sacri le dissonanti scelte cromatiche e compositive tipiche del personale approccio dell’artista al linguaggio manieristico. A Malnisio la serie di opere dell’artista pordenonese prosegue con il San Nicolò in gloria e i Santi Valentino, Daniele, Floriano, Bernardino da Siena nella chiesa di San Giovanni Battista. A Grizzo, infine, la chiesa di San Bartolomeo presenta fra l’altro una acquasantiera cinquecentesca, in cui la coppa è sorretta da un paffuto putto-telamone.

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Comune di Morsano al Tagliamento

Abitanti: 2,764

Superficie: 32,16 Kmq

Altitudine: 14 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Bando, Bolzano, Mussons, Saletto, San Paolo

Municipio: Piazza D. Moro, 3 – 33075 Morsano al Tagliamento

Tel.: 0434.697687 Fax: 0434.696028

Se la chiesa di San Martino conserva numerose opere d’arte del ‘600/’700 (fra cui una Madonna col Bambino e Santi, 1620 ca., di Palma il Giovane), nella chiesetta di San Rocco un affresco di M. Tiussi (Madonna col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano e il donatore, 1563) introduce al clima espressivo e devozionale del Rinascimento: ampio spazio vi è riservato, entro quadratura prospettica, all’iscrizione che spiega come il committente giunse a dedicare l’opera. Ben più articolato il ciclo di affreschi della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Saletto (inizi sec. XVI): Dottori della Chiesa in cattedra, Evangelisti e Profeti, Caduta di Simon mago conservano un vigore disegnativo quattrocentesco, che si stempera nella vivace resa dei decori a grottesca. All’esterno, i resti di un San Cristoforo (metà XVI sec.), secondo un’iconografia tipica dei luoghi legati all’esistenza di guadi. Nella chiesetta di Bolzano, un affresco con la Trinità fra i Santi Rocco e Sebastiano (1511).

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Comune di Pasiano di Pordenone

Abitanti: 7,419

Superficie: 45,50 Kmq

Altitudine: 13 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Azzanello, Cecchini, Rivarotta, Sant’Andrea, Visinale

Municipio: Via Molini, 18 – 33087 Pasiano di Pordenone

Tel.: 0434.614311 Fax: 0434.614312

La zona di Pasiano è costellata di pregevoli costruzioni signorili sorte fra ‘500 ed ‘800: Villa Montereale- Mantica-Saccomani a Pasiano (XVII-XIX sec., attuale Municipio); Villa Gozzi (XVI-XVIII sec.), Villa Cavazza-Querini (foto) (dal sec. XVI) e Villa Zancariol (1700 ca.) a Visinale; Villa Luppis a Rivarotta (sec.XIX). Si tratta di edifici eretti dalla nobiltà locale o veneziana seguendo lo schema dell’architettura di villa impostosi nel Veneto nel corso del sec. XVI: esso prevede una duplice funzione della struttura (deputata sia allo svago del possidente, sia alle attività agricole), che si riflette a livello architettonico nell’isolarsi di un corpo padronale al centro, affiancato da corpi di fabbrica più bassi che si estendono sulla campagna quasi ad affermarne la volontà di sfruttamento produttivo. Pregevoli opere pittoriche si conservano nella chiesa di San Paolo a Pasiano (G.A. Guardi, Visione di San Giovanni di Matha, 1750 ca.) e di Santa Maria degli angeli a Visinale (M. Fogolino, Madonna in trono col Bambino e i Santi Giovanni e Paolo, 1523-1524).

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Comune di Pinzano al Tagliamento

Abitanti: 1,607

Superficie: 21,76 Kmq

Altitudine: 201 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Costabeorchia, Manazzons, Valeriano, Borgo Ampiano, Campeis, Colle, Mizzeri

Municipio: Via XX Settembre, 53 – 33094 Pinzano al Tagliamento

Tel.: 0432.950005 Fax: 0432.950129

Dal sagrato di Santo Stefano a Valeriano l’occhio puòesplorare lo spalancarsi della pianura verso Spilimbergo; all’interno della chiesa lo sguardo si spinge invece verso gli inizi della pittura del Pordenone, del quale è visibile un trittico ad affresco datato 1506, raffigurante i Santi Valeriano, Michele Arcangelo e Giovanni Battista. Ne traspare un legame ancora sensibile con l’impostazione grafica di autori come Gianfrancesco da Tolmezzo, da cui G.A. de’ Sacchis si emanciperà trasferendo progressivamente a luce e colore il compito di strutturare spazi e volumi. Più tarda (1524) e monumentale è la decorazione che il grande artista eseguì sulla facciata del vicino oratorio di Santa Maria dei Battuti. Gli affreschi (oggi collocati per ragioni conservative all’interno dell’edificio e preannunciati esternamente dalla reinterpretazione della loro sinopia) rappresentano al livello inferiore i Santi Valeriano, Giovanni Battista e Stefano, a quello superiore una Adorazione dei Magi incentrata sulla centrale Madonna col Bambino in trono e Angeli. Sulla destra giganteggia la figura di San Cristoforo, mentre nel sottogronda putti, uccelli e tartarughe richiamano la dinamica delle decorazioni a grottesca. All’incirca agli stessi anni risalgono pure la Natività con i Santi Antonio e Floriano e la piccola Fuga in Egitto (1527) affrescati dal de’ Sacchis sulla parete sinistra, che rappresentano una delle pagine di più intenso lirismo della sua produzione, oltre a testimoniare la sua totale capacità di controllo delle variabili cromatiche connesse alla specifica tecnica pittorica; sulla parete destra e sulla volta si conservano resti di affreschi di XIV sec., con Storie della Vergine, Ultima Cena, Trinità mentre all’altare si trova una tela (1595-1598 ca.) di G. Narvesa, sempre abile nel dare coerenza compositiva alle iconografie più intricate. Entrambe le chiese citate posseggono portale lapideo rinascimentale, rispettivamente di Carlo da Carona (1508) e di G.A. Pilacorte (1499). L’itinerario sui passi del Pordenone prosegue necessariamente a Pinzano, con gli affreschi della chiesa parrocchiale di San Martino (foto in alto), dove una Madonna col Bambino in trono, Angeli e offerenti (1525) segna il momento di maggiore maestosità dei volumi e un San Sebastiano fra i Santi Rocco, Stefano, Nicola e Michele Arcangelo (1527 ca.) esemplifica la capacità dell’artista di variare ed intrecciare i temi paesaggistici e le impostazioni di figura del manierismo veneto e centroitalico. In quest’ultimo caso alcuni lacerti testimoniano come la decorazione si estendesse anche alla adiacente parete sud (Elemosina di San Martino, Processione della Confraternita, Sant’Antonio abate) e, con la probabile collaborazione dell’Amalteo, all’intradosso dell’arco (Santi Floriano e Urbano, Sante Apollonia e Lucia). Nella chiesa vanno inoltre segnalate l’ancona di primo ‘500 con Madonna col Bambino in trono e Santi ed opere di scultura lignea quali la Elemosina di San Martino (sopra l’organo) o i gruppi del Crocifisso e di Maria con le pie donne (seconda metà sec. XVII), di scuola veneta. Ai friulani Comiz va invece assegnato il ricco altar maggiore (1750-1760 ca.), entro cui armonicamente si colloca l’Estasi di Sant’Antonio dipinta da G.A. Guardi (1745 ca.). Merita infine menzione per la elegante sobrietà con cui si inserisce nel panorama naturale il moderno ponte sul Tagliamento (1970).

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Comune di Polcenigo

Abitanti: 3,127
Superficie: 49,19 Kmq

Altitudine: 40 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Coltura, Mezzomonte, San Giovanni, Gorgazzo, Range, Santissima

Municipio: Piazza Plebiscito, 1 – 33070 Polcenigo

Tel.: 0434.74001 Fax: 0434.748977

http://www.comune.polcenigo.pn.it/

Il paesaggio pedemontano a Polcenigo acquista fascino particolare per la presenza di numerosi corsi d’acqua. L’acqua si vede e si sente, le pittoresche sorgenti del Gorgazzo, o nel frangersi della corrente in piccole rapide. Sempre l’acqua è il fil rouge che accompagna il visitatore nella esplorazione del territorio, a livello prima archeologico (con i resti del villaggio palafitticolo di Palù di Livenza) e poi artistico: a partire dalla chiesa della Santissima Trinità a Coltura, che nei pressi delle sorgenti del fiume Livenza pare sancire la sacralità del legame con l’elemento equoreo. Il tempio custodisce una preziosa scultura lignea policroma di Domenico da Tolmezzo raffigurante la Trinità (1496), cui fa con enfasi da cornice uno straripante altare intagliato dai Ghirlanduzzi di Ceneda (sec. XVII). A guardare dall’alto il reticolo dei corsi d’acqua e cascatelle che innervano la città, dal colle su cui si scorgono anche i ruderi del castello (ovvero villa Polcenigo, sec. XVIII), è invece il complesso della chiesa e convento di San Giacomo; nell’edificio di culto si conservano frammenti di pittura parietale trecentesca e una Pala di Ognissanti attribuita a Francesco da Milano (prima metà sec. XVI), mentre nella odierna canonica l’articolata decorazione rinascimentale culmina in una serie di vivaci cantinelle a soggetto araldico, allegorico e ritrattistico. Nel centro storico rimarchevoli sono alcune architetture civili, fra cui nella piazza principale palazzo Fullini-Zaia. Nella chiesa di Mezzomonte è pregevole l’altare marmoreo (fine sec. XVI) con figure di angeli nella strombatura. In località San Giovanni, merita senz’altro una visita il Parco di San Floriano, al cui interno la chiesetta omonima squaderna sui propri intonaci affreschi di fine XIV-inizi XV sec. imperniati sugli Apostoli, Cristo in mandorla ed Evangelisti della piccola abside.

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Comune di Porcia

Abitanti: 13,598

Superficie: 29,49 Kmq

Altitudine: 29 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Palse, Pieve, Rondover, Roraipiccolo, Sant’Antonio, Spinazzedo, Talponedo

Municipio: Via dei Pellegrini – 33080 Porcia

Tel.: 0434.596911 Fax: 0434.921610
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Il duomo di San Giorgio (foto a dx), rimodellato secondo stilemi neogotici alla metà dell’Ottocento, conserva i segni delle sue origini rinascimentali nella squadrata torre (1488), decorata da alte archeggiature cieche e internamente dotata di un’ampia rampa di accesso alla cella campanaria, e in alcune delle opere custodite al suo interno: nella cappella absidale destra, gli affreschi di Giovan Battista da Vicenza (inizi sec. XVI); nella navata destra la Santa Lucia fra i Santi Antonio e Apollonia di Francesco da Milano (1518 ca.), completata nella cimasa dall’Annunciazione e nella predella da un paesaggio con due putti e lo stemma della famiglia Carli. Notevoli inoltre il coro ligneo intarsiato (1631), la Madonna col Bambino in gloria e Santi di Palma il Giovane (1622) e le ante d’organo dipinte da I. Fischer (sec. XVII). Altre opere del pittore austriaco decorano la non distante chiesa di Santa Maria Assunta, che può anche contare su una Madonna con il Bambino in trono (prima metà XV sec.) attribuita a scultore di formazione toscana, su affreschi di G. Stefanelli (Padre Eterno e Profeti, 1555- 60), sulla Pala dell’Immacolata di Andrea Vicentino (fine sec. XVI) ed infine sul Crocifisso ligneo dipinto (metà sec. XV) all’architrave del coro. Sulla chiesetta, sull’attigua e ariosa loggia medievale e sull’intero centro storico di Porcia svetta e si impone il massiccio castello dei Conti di Porcia e Brugnera, (eretto a partire dal sec. XI); al suo interno lacerti di affreschi del ‘400 e decorazioni parietali di G.B. Bison (Capricci con architetture, paesaggi e scene mitologico-allegoriche, 1822-1833 ca.). A Palse, più del pur grazioso oratorio di San Giuseppe (con acquasantiera di A. Pavanello -sec. XVI- e rilievo lapideo della Adorazione dei pastori -1698-), merita attenzione l’antica pieve di San Vigilio, con affreschi del sec. XIII (Ultima Cena e Santi). A Roraipiccolo la squisita chiesetta di Sant’Agnese conserva affreschi di fine XIII sec. (Flagellazione, Cristo in croce tra la Vergine e San Giovanni, Madonna col Bambino fra due Sante martiri, Santi e Patriarchi sulla parete sinistra), di metà del ‘300 (Cristo in maestà, simboli degli Evangelisti e Santi, Sant’Agnese sulla volta e sull’arco absidale) e di età rinascimentale: una Madonna col Bambino e due Sante (inizi XV sec.) sulla parete di fondo e una Madonna col Bambino fra i Santi Sebastiano e Rocco e il donatore (1529) attribuita a G. Stefanelli, in controfacciata. Persino la pala d’altare è costituita da unaffresco: la Madonna col Bambino fra le Sante Agnese e Caterina e il Padre Eterno, attribuita all’Amalteo (prima metà sec. XVI). A Roraipiccolo si trova anche la seicentesca villa Correr-Dolfin (foto sopra), il cui edificio padronale è ornato da affreschi di inizio ‘700 e accompagnato da barchessa ed ampio parco. A Porcia di tutto rilievo nel campo dell’architettura contemporanea sono gli Uffici Zanussi (1959-61) di Gino Valle, che si affacciano sulla S.S. Pontebbana con i loro incastri di superfici vetrate e incemento armato.

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Comune di Prata di Pordenone

Abitanti: 6,963

Superficie: 22,91 Kmq

Altitudine: 18 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Ghirano, Prata di Sopra, Prata di Sotto, Puja, Villanova, Borgo Passo, Le Monde, Peressine

Municipio: Via Roma, 33 – 33080 Prata di Pordenone

Tel.: 0434.425111 Fax: 0434.610457

A Prata esistono edifici ecclesiastici imponenti, come la chiesa parrocchiale di Santa Lucia (al cui interno si conservano un San Carlo Borromeo tra i Santi Antonio abate e Floriano dipinto da G. Narvesa -1630- e affreschi già nella diruta chiesa di Santa Maria dei Battuti) e la chiesa dei Santi Simone e Giuda, che presenta un’articolata decorazione ad affresco del coro: Dottori della Chiesa in cattedra con angeli e simboli degli Evangelisti occupano la volta, Sante martiri l’intradosso dell’arcone e una grande Crocifissione la parete di fondo. Il ciclo pittorico, che trovava originario completamento sulle pareti laterali del presbiterio con le altre scene della Passione di Cristo (di cui sopravvivono pochi lacerti), manifesta i fragili ma aggraziati tratti stilistici di Pietro Gorizio, che lo dovette eseguire a fine XV inizi XVI secolo. È però in una semplice edicola stradale nei pressi della chiesa suddetta che si propone al visitatore uno dei più begli affreschi rinascimentali presenti in Friuli: la Madonna col Bambino di Gianfrancesco da Tolmezzo (1500 ca.) concentra nelle sue modeste dimensioni tutta la sicurezza di disegno dell’autore carnico, coniugandola a una struggente dolcezza di sguardi che si fa portatrice del messaggio spirituale con rara, tersa efficacia. Ai margini del centro abitato è ubicata la chiesa di San Giovanni dei Cavalieri, che conserva a terra e sulle pareti una serie di sepolcri lapidei e sigilli arricchito da rilievi della bottega di Andriolo de Santi. Villa Morosini-Memmo (foto fine sec. XVI), ora Municipio, e villa Brunetta (foto sec. XVIII) testimoniano da parte loro la continuità di un genere di residenza signorile caro all’architettura veneta.

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Comune di Pravisdomini

Abitanti: 2,574

Superficie: 16,14 Kmq

Altitudine: 11 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Barco, Frattina, Panigai

Municipio: Via Roma, 21 – 33076 Pravisdomini

Tel.: 0434.644020 Fax: 0434.644858

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Pravisdomini l’arte vive soprattutto di importanti resti di pittura parietale del Rinascimento: nella chiesa diSant’Antonio Abate (foto), perduti gli affreschi del coro di P. Amalteo (comunque presente con un Cristo risorto fra i Santi Filippo e Giacomo, 1571), la parete dell’arco absidale esibisce una Annunciazione con Padre Eterno e Angeli musicanti di Antonio da Firenze (fine XV-inizi XVI sec.), in cui l’evento sacro è ambientato nello scenario razionale di un’articolata architettura prospettica; e la chiesa di San Giuliano a Panigai conserva alle pareti numerosi lacerti di pittura devozionale del ‘400-‘500 e a sinistra dell’arcone un frammentario Angelo annunciante, costruito dal ritmo di pieghe della veste. Adiacente alla chiesetta, e al pari di essa derivata da strutture dell’antico castello patriarcale, sorge Villa Panigai-Ovio (sec. XVIII), decorata internamente da dipinti parietali che amplificano il fascino paesaggistico del suo parco, lambito dal fiume Sile.

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Comune di Roveredo in Piano

Abitanti: 4,856

Superficie: 15,92 Kmq

Altitudine: 99 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: 

Municipio: Via Carducci, 11 – 33080 Roveredo In Piano

Tel.: 0434.388611 Fax: 0434.94207

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A Roveredo pare a volte di ritrovarsi in una fetta d’America proliferata intorno alla base militare dell’aviazione statunitense, con i bowling e i grandi centri commerciali che da decenni qui fanno mostra di sé lungo la strada per Aviano, o i barbecue eternamente accesi nei giardini delle villette unifamiliari; per andare alla ricerca della dimensione individuale della cittadina -messa ulteriormente a repentaglio dalla recente pressione del vicino capoluogo, alla continua ricerca di nuove aree residenziali- è allora consigliabile esplorare luoghi come l’oratorio di San Sebastiano (sec. XVI) e la non distante edicola della Madonna della Lovera, che nei loro intonaci affrescati conservano memoria dei bisogni, timori e speranze di una popolazione contadina strenuamente radicata sul territorio. Nella neoclassica chiesa parrocchiale di San Bartolomeo si conservano una acquasantiera scolpita da A. Pavanello (1636), un dipinto attribuito a F. Trevisani (sec. XVIII) e decorazioni parietali di G. De Lorenzi (1872 ca.); altre opere pittoriche nella piccola chiesa di Sant’Antonio.

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Comune di Sacile

Abitanti: 18,156

Superficie: 32,62 Kmq

Altitudine: 25 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Camolli, Cavolano, Cornadella, Ronche, San Giovanni del Tempio, San Giovanni di Livenza, San Michele, Sant’Odorico, Schiavoi, Topaligo, Villorba, Vistorta

Municipio: Piazza del Popolo, 65 – 33077 Sacile

Tel.: 0434.787111 Fax: 0434.780694

Lo snodarsi lento e sinuoso delle acque del Livenza all’interno del centro storico fa di Sacile una delle località più pittoresche del Friuli occidentale. Sul corso del fiume prospetta, secondo il classico schema veneziano, la facciata principale di palazzo Ragazzoni-Flangini-Biglia (foto a sotto), la più importante residenza signorile della città. La ornano sul lato del cortile interno statue dell’ambito di A.Vittoria e internamente un ciclo di affreschi dovuti a F. Montemezzano (fine sec. XVI), che esaltano gli episodi salienti della storia della famiglia Ragazzoni. Sulle acque del Livenza si affaccia col suo portico anche la chiesa della Madonna della Pietà (sec. XVII); insolita nella sua pianta esagonale, essa conserva all’interno uno fra i migliori esempi in regione di Vesperbild (ovvero una raffigurazione scultorea della Pietà alla quale si rivolgevano le preghiere vespertine, secondo una tradizione derivata dall’Europa centrosettentrionale) eseguito a metà ‘400 in gusstein, cioè conun impasto di pietra arenaria macinata, gesso e polvere di marmo dalla cui colata in forme apposite si ricavava il gruppo plastico, poi destinato a ricevere dallo scalpello dell’artista la definitiva rifinitura. E sempre dal fiume si ha la vista più bella (oggi valorizzata da un ponte pedonale di recente realizzazione) della parte absidale del duomo di San Nicolò, ricostruito fra 1474 e 1496 da Beltrame e Vittorio da Como (a Giovanni da Pordenone è invece da assegnare il campanile), con un’attenzione alla coeva architettura veneziana che si rende esplicita nella facciata, memore dei modelli di Codussi. Fra le opere d’arte conservate all’interno (pesantemente rivisitato nel sec. XIX) spiccano gli affreschi di Gio. Battista da Udine e A. Zago raffiguranti busti di Profeti e Sibille (fine XV-inizi XVI sec., ispirati a dei prototipi a stampa di autore toscano), già sotto le capriate centrali e oggi in una cappella adiacente alla navata sinistra; la tela di F. Bassano con Madonna col Bambino in gloria fra i Santi Giovanni Battista e Antonio Abate, con San Nicola in trono fra i Santi Michele Arcangelo e Giorgio (1589-1590), all’inizio della navata medesima; e infine il vasto ciclo parietale che orna l’intera abside, dovuto al pennello di P. Casarini (1946). Sulla piazza antistante il duomo prospettano palazzo Ovio-Gobbi (sec. XVI-XVIII, odierna canonica), che al piano nobile conserva un salone con decori settecenteschi a stucco e ad affresco di tema storico allegorico; palazzo Carli (foto) (sec. XVI-XVII), di rigorosa impostazione volumetrica; e il palazzetto della Fabbriceria, sulla cui facciata si intravvede un affresco di primo ‘500 raffigurante Santi vescovi già attribuito al Pordenone. Nella vasta piazza del Popolo il palazzo e la loggia comunale (XV-XVI sec.) nonostante i moderni rifacimenti testimoniano con efficacia l’adesione agli schemi dell’architettura civile veneziana del Rinascimento, leggibile in diversi degli edifici circostanti, dalle facciate simmetricamente sviluppate intorno alle finestrature centrali con poggiolo e dotati di approdo sul fiume retrostante. Il panorama degli edifici ecclesiastici di rilevanza artistica è invece completato dalla chiesa di San Gregorio (sec. XVI), sulle cui pareti resistono al degrado del tempo affreschi quali un San Giacomo datato 1519 e un frammentario fregio con l’alternanza tipicamente cinquecentesca di personaggisacri e figure tratte da un immaginario mitologico, e la moderna chiesa di S. Michele, incui merita attenzione l’ampia vetrata con S. Michele Arcangelo realizzata su disegno di uno dei grandi maestri dell’astrattismo italiano: Luigi Veronesi. Nella frazione di Vistorta va segnalata la chiesa campestre di Santa Maria delle Grazie, sulle cui pareti una serie di Madonne col Bambino dei secoli XV e XVI testimonia conchiarezza la funzione devozionale ad personam rivestita a quei tempi dalla decorazione sacra.

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Comune di San Giorgio della Richinvelda

Abitanti: 4,316

Superficie: 47,92 Kmq

Altitudine: 86 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Aurava, Cosa, Domanins, Pozzo, Provesano, Rauscedo

Municipio: Via Richinvelda, 15 – 33095 San Giorgio della Richinvelda

Tel.: 0427.968617 Fax: 0427.968625

Terreni sassosi coltivati a vigneto (su cui si tramanda ed evolve la tecnica d’innesto delle barbatelle che ha fatto di Rauscedo una delle realtà vivaistiche più importanti d’Europa), pietre plasmate a diventare scultura (come nell’altare lapideo del Pilacorte -1497- nella chiesa di San Nicolò a San Giorgio, in quello di D. Casella -1531- nella chiesa dei Santi Urbano e Sabina a Pozzo o nel rilievo con San Giorgio e il drago -sec. XVI- sopra al portale laterale della chiesa di San Giorgio) o architettura (con gli edifici rurali che fan da contraltare a villa Spilimbergo-Spanio a Domanins -sec. XV-XVIII, con affreschi di G. Borsato e G.B. Canal, 1808- e villa Spilimbergo- Attimis-Maniago a Cosa (foto a sx))… A San Giorgio tutto pare dover assumere fissità silicea e non Cristo, in cui l’artista manifesta la piena adesione ad un Rinascimento quale si era realizzato nella Padova di Mantegna e non manca di integrarlo con riprese iconografiche dall’arte degli incisori nordici (a cui sono ispirate diverse delle scene alle pareti). Van poi ricordate la pala di G. Narvesa (1595) nella chiesa di San Michele Arcangelo a Domanins, tele di M. Grigoletti a Rauscedo e le pitture parietali di primo ‘900 che nella chiesa di San Nicolò (sec. XIV) illustrano le vicende del Beato Bertrando.

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Comune di San Martino al Tagliamento

Abitanti: 1,335

Superficie: 17,83 Kmq

Altitudine: 71 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Arzenutto, Postoncicco, Sant’Osvaldo

Municipio: Piazza Umberto I, 1 – 33096 San Martino al Tagliamento

Tel.: 0434.88008 Fax: 0434.88307

I tesori d’arte del Comune sono in gran parte racchiusi nei due principali edifici di culto: anzitutto la chiesa parrocchiale di San Martino, che già all’esterno conserva i resti di un gigantesco San Cristoforo dipinto dal Pordenone (1518 ca.) e un rilievo in pietra della Elemosina di San Martino eseguito da Baldassarre da Meduno (autore anche del fonte battesimale); dello stesso tema iconografico offre altra versione all’interno la enfatica pala d’altare di Pomponio Amalteo (Cristo nella gloria di tutti i Santi e i Santi Martino, Stefano e Giovanni Battista, 1549). A livello scultoreo si segnalano soprattutto la Madonna in trono col Bambino fra i Santi Filippo e Giacomo (1498-1504) di Martino da Tolmezzo ed il Crocifisso ligneo (1519-1520) attribuito ad A. Tironi. Di Pietro da San Vito sono invece l’ancona lignea scolpita e dipinta con Madonna col Bambino in trono e i Santi Lucia e Gottardo (1504) e la vasta sinopia del Giudizio universale presente in controfacciata, che provengono tuttavia da un altro edificio ecclesiastico. Si tratta del secondo scrigno d’arte del territorio, cioè della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo ad Arzenutto: la sua lunga aula è decorata da affreschi devozionali di varie epoche, fra cui spiccano la gustosa descrizione trecentesca dei Miracoli di San Giacomo, che testimonia l’incidenza anche in territorio friulano della cultura del pellegrinaggio nel tardo medioevo, Sebastiano e Rocco e due angeli cerofori di A. Bellunello (1480 ca.). L’abside è invece interamente ricoperta dagli affreschi di Pietro da San Vito, eseguiti nel 1515 e raffiguranti Storie dei Santi Filippo e Giacomo entro il telaio teologico-figurativo di Profeti, Evangelisti, Apostoli e Dottori della Chiesa e sullo sfondo del già citato Giudizio Universale e del suo realismo narrativo.

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Comune di San Quirino

Abitanti: 3,814

Superficie: 51,19 Kmq

Altitudine: 116 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Sedrano, San Foca, Roiatta, Sospisio, Villotte

Municipio: Piazza Roma, 14 – 33080 San Quirino

Tel.: 0434.91334 Fax: 0434.91588

Fatta eccezione per le originali soluzioni espressive di villa Cattaneo (foto) – sec. XVIII -, il patrimonio artistico del Comune va cercato negli edifici ecclesiatici: la chiesa di San Quirino (con dipinti di P.A. Novelli, sec. XVIII), il vicino oratorio di San Rocco (con una pala di fine ‘500 raffigurante Madonna col Bambino e Santi), la chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano a San Foca (con un altare lapideo tripartito di Giovanni Antonio da Meduno – 1546 – e i resti di un San Giovanni Battista ad affresco – 1500 ca. -), la chiesa di San Giacomo a Sedrano (Martirio di San Giacomo affrescato nel catino absidale da D. Corompaj, 1944-1945, e tele dei secc. XVI-XVII).

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Comune di San Vito al Tagliamento

Abitanti: 13,316

Superficie: 60,71 Kmq

Altitudine: 30 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Carbona, Gleris, Ligugnana, Prodolone, Savorgnano, Braida Bottari, Casabianca, Rosa

Municipio: Piazza del Popolo, 31 – 33078 San Vito al Tagliamento

Tel.: 0434.842911 Fax: 0434.842970

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Una visita di San Vito può iniziare dal suo Municipio, ovvero da quel Palazzo Rota (sec. XV) che si sviluppa a ridosso delle mura trecentesche, a una delle estremità della porticata piazza del Popolo. Impreziosito da lacerti di pittura parietale del ‘400, l’edificio è una delle residenze nobiliari di maggior prestigio della città; fra le altre si segnalano il vicino palazzo Altan-Fancello, con affreschi di A. Bellunello (fine sec. XV) che si estendono sull’intera facciata come una tappezzeria a motivi vegetali, l’imponente palazzo Altan in Borgo Castello (di cui procede il laborioso recupero ed in cui è stato recuperato un fregio parietale pure di ambito bellunelliano) e palazzo Tullio Altan, ch e possiede un ampio parco e ospita il Museo provinciale della vita contadina. Da una residenza della casata dominante provengono anche i frammenti di affresco d’intonazione tardogotica conservati nel Museo Civico raffiguranti Costanza d’Altavilla costretta a lasciare il convento, Sibille, figure allegoriche e Virtù (1440 ca.), dovuti probabilmente ad artisti di formazione centroitalica condotti a San Vito dalla committenza di Antonio Altan, nunzio pontificio e vescovo di Urbino. Quanto alle chiese, insieme a quella settecentesca del Monastero della Visitazione quella di San Lorenzo è l’unica esterna all’antica cerchia muraria (ancor oggi resa leggibile dai tre torrioni d’accesso: la torre Raimonda (foto in basso a dx) a ovest, la Scaramuccia a est, la Grimana a sud); essa conserva sui pilastri della navata lacerti di affreschi del sec. XVI attestanti i modi di ampliamento (nel sec. XVII) dell’originario edificio quattrocentesco ad aula unica, un incisivo San Vincenzo Ferreri di Bellunello (1481) e un Vesperbild (sec. XV) realizzato in gusstein (impasto di gesso e arenaria macinata). Le altre chiese sono ubicate entro le mura, a partire dall’Annunziata con la sua decorazione pittorica del XIV-XV sec. (affreschi in facciata con i Santi Cristoforo e Vito; all’interno numerosi altri Santi, Annunciazione e altre iconografie mariane, culminanti nella Incoronazione della Vergine sulla volta) fino al duomo titolato ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia. Al suo interno opere di Padovanino, Carneo, ma soprattutto dei due artisti rinascimentali più presenti sullo scenario sanvitese: Bellunello, con la Madonna col Bambino e i Santi Pietro e Paolo (trittico datato 1488), ed Amalteo, con i dipinti che ornavano ante e cantoria dell’organo (1566 ca.), la pala con San Sebastiano e i Santi Rocco, Cosma, Damiano e Apollonia (1533), il Compianto su Cristo deposto dalla croce (1577) e la Resurrezione (1546). Sempre Amalteo è protagonista nella decorazione ad affresco del coro dell’adiacente chiesa di Santa Maria dei Battuti, ch e presenta anche portale del Pilacorte (1493) e altare con paliotto marmoreo di P. Baratta (1707), in cui il fluttuante manto della Madonna della Misericordia offre riparo alla preghiera dei membri della confraternita. L’edificio costituisce infatti l’estrema propaggine del complesso dell’Ospedale dei Battuti (oggi adibito ad ospitare mostre d’arte, fra cui in primavera-estate la rassegna d’arte contemporanea “Hic et Nunc”), che comprende una più antica chiesa con lacerti di affreschi del sec. XIV. In territorio sanvitese, ricco di contesti d’interesse naturalistico quali l’amena area sorgiva delle “Pissarelle” (raggiungibile, appena usciti dalla città, dalla strada per Bannia) e di architetture di villa come la Ca’ Bianca voluta nel ‘700 dall’industriale J. Linussio, riveste poi massimo rilievo la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Prodolone, in ragione dell’abside affrescata da Amalteo (Storie di Maria, 1538-1542, con dinamiche scelte compositive e sbrigliata fantasia nella realizzazione delle grottesche) entro cui si staglia un maestoso altare ligneo di G. Martini (1515), che nella scandita impostazione delle statue si mantiene ancora prossimo ai manufatti quattrocenteschi di scuola tolmezzina, rispetto alla completa unificazione spaziale del più tardo esemplare di Mortegliano. Nell’aula, una Madonna della Misericordia affrescata da A. Bellunello (terzo quarto sec. XV). Anche la chiesa parrocchiale di San Martino conserva sulle pareti dell’aula lacerti di pittura parietale accostabili al nome del pittore sanvitese; ad Antonio da Firenze (fine sec. XV) sono invece attribuiti gli affreschi dell’abside (Crocifissione ed altre scene della Vita di Cristo alle pareti, Evangelisti, Dottori della Chiesa e Sante martiri sulla volta e nell’intradosso dell’arcone). A Gleris la chiesa di Santo Stefano conserva fra i diversi lacerti di pittura parietale del Rinascimento un San Gottardo riferito alla produzione del tardo ‘400 di Andrea Bellunello. Altri due affreschi del Bellunello si trovano a Savorgnano nella chiesa parrocchiale di San Giacomo: sono un trittico con i Santi Rocco, Biagio e Sebastiano (fine sec. XV) e una Madonna in trono col Bambino e la figlia del committente (1490); nella chiesa si conserva inoltre un gruppo ligneo con Madonna della Misericordia, Santa Barbara e Santa Margherita (fine sec. XV), sculture policrome riferibili alla cerchia di Bartolomeo dall’Occhio che provengono dalla chiesa campestre di Santa Petronilla. Quest’ultima è impreziosita dagli affreschi del coro di G. Furnio: sulla volta Evangelisti e Dottori della Chiesa e sulle pareti Storie della Santa (1552).

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Comune di Sequals

Abitanti: 2,146

Superficie: 27,95 Kmq

Altitudine: 206 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Lestans, Solimbergo

Municipio: Piazza Municipio, 2 – 33090 Sequals

Tel.: 0427.93015 Fax: 0427.938855.93512

La chiesa di Sant’Andrea apostolo (sec. XVIII), che dall’alto di un rilievo pare vegliare sul centro di Sequals, custodisce un fonte battesimale (1497) di G.A. Pilacorte, in cui alcuni putti sostengono con dinamismo la coppa mentre Angelo e Vergine annunciata più compostamente si fronteggiano sulla balaustra eseguita dall’autore (1504) per la chiesa di San Nicolò. Questa conserva tuttora di Pilacorte il portale; all’interno risaltano l’altare in marmo con paliotto intarsiato (sec. XVIII), i lacerti d’affresco di M. Tiussi (Sante martiri, 1567) nel sottarco absidale e due tele di G. Narvesa (San Valentino e San Floriano, inizi sec. XVII). A Lestans la chiesa di Santa Maria Assunta offre un ciclo ad affresco di P. Amalteo (1535-1551) che si sviluppa a partire dai Santi dell’intradosso per giungere – attraverso Incoronazione della Vergine, Evangelisti e Padri della Chiesa, Storie dell’Antico Testamento – alle Storie della Vergine e di Cristo sulle pareti; qui ad imporsi è la Resurrezione, con il Redentore che s’innalza oltre la cornice dipinta dello scomparto, portando al culmine le dinamiche di illusionismo spaziale attraverso cui Amalteo – sull’esempio del Pordenonecerca di ottenere il massimo coinvolgimento dello spettatore. Sempre a Lestans, Villa Savorgnan (eretta a partire dal XVI sec.) ospita una raccolta archeologica frutto di scavi eseguiti nel territorio e a Villa Ciani ha sede il CRAF (Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia). Villa Carnera è invece divenuta museo dedicato a Primo Carnera, il pugile campione mondiale dei pesi massimi nativo di Sequals.

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Comune di Sesto al Reghena

Abitanti: 5,308

Superficie: 40,53 Kmq

Altitudine: 13 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Bagnarola, Marignana, Ramuscello, Banduzzo, Borgo della Siega, Borgo di Sotto, Borgo Magredo, Borgo Sacile, Braida, Braidacurti, Casette, Fratticelle, Melmosa, Mure, Venchieredo, Versiola, Vissignano

Municipio: Piazza Castello, 1 – 33079 Sesto al Reghena

Tel.: 0434.693911 Fax: 0434.699500
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Sesto al Reghena “è” l’abbazia benedettina di Santa Maria in Sylvis (foto in basso a dx), che si vuole fondata dai fratelli longobardi Erfo, Anto e Marco alla metà del sec. VIII fra le anse del fiume Reghena (una chiesa a navata unica triabsidata, orientata ad est, doveva essere allora già sorta da qualche decennio e il suo perimetro sopravvive a sud dell’attuale basilica). Se mura di protezione vennero erette almeno dalle invasioni ungare del X sec., l’attuale torrione d’accesso è frutto di più tardo restauro (fine XVinizi XVI sec.) da parte degli abati commendatari G. Michiel e D. Grimani. Superatolo, si entra in una corte da cui si erge il campanile (alto m 33,6, sec.XI-XII), caratterizzato dal rilievo di tre alte arcate su ogni lato nel paramento in cotto, corrispondenti al triplice arco della cella campanaria, e su cui prospettano due edifici eretti a partire dal XII-XIII sec.: a ovest il palazzo della Cancelleria e sul lato est la residenza abbaziale (ora palazzo del Comune), che oggi palesa i tratti di una trasformazione cinque-seicentesca secondo i parametri dell’architettura veneta di villa. Quanto alla chiesa abbaziale, la molteplicità di trasformazioni che l’hanno interessata si denuncia sin dalla parete di ingresso al vestibolo, sulla cui sinistra si inserisce una loggetta (con dipinti profani ispirati alla Chanson de Otinel -fine XIII sec.-) e sulla cui destra si addossa una scala (alla sua sommità scena di combattimento cavalleresco, metà sec. XIV, di probabile derivazione miniaturistica) che sale al salone abbaziale: sulla parete di fondo i lacerti di un Arcangelo Michele (metà XII sec.). L’Arcangelo Gabriele compare invece nella lunetta del portale di accesso al vestibolo, affiancato da San Benedetto e il drago (metà sec. XIII). Nel vestibolo, il fedele trova sulle pareti una mappa per immagini del mondo ultraterreno: in controfacciata San Michele Arcangelo schiaccia il demonio e soppesa le anime, mentre un Angelo accompagna un beato alle porte del Paradiso; sulle pareti laterali Paradiso ed Inferno si sviluppano l’uno intorno alla Incoronazione della Vergine -con simmetriche schiere di Santi-, l’altro nel drammatico sommarsi di momenti narrativi. Gli affreschi sono attribuiti ad Antonio da Firenze (1503-1506 ca.), che vi reca un’eco della pittura toscana di metà ‘400. Dal lato sud del vestibolo si può accedere alla “sala delle udienze”, con una Madonna col Bambino e il nobile Pietro Grimani (inizi XVI sec.), mentre l’atrio ospita il Lapidario, allestito con materiali romani e medievali e purtroppo di recente depredato. Lacerti di affreschi duecenteschi ornano i pilastri e nella navatella destra spicca un Trionfo della morte (metà XIV sec.), in cui a tre giovani cavalieri dei sepolcri scoperchiati appaiono quale simbolo della transitoria condizione umana. La chiesa abbaziale (XI-XII sec.) ha tre navate e transetto, con absidi semicircolari, cripta e presbiterio rialzato: caratteri tipicamente romanici, che risentono tuttavia dei restauri operati nel primo ‘900.

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Comune di Spilimbergo

Abitanti: 11,080

Superficie: 72,47 Kmq

Altitudine: 132 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Barbeano, Baseglia, Gaio, Gradisca, Istrago, Tauriano, Vacile, Brindisi, Bussolino, Casasola, La Favorita, Navarons
Municipio: Piazza Castello, 4 – 33097 Spilimbergo
Tel.: 0427.591111 Fax: 0427.591123

 

Il nucleo storico di Spilimbergo si sviluppa in maniera radiocentrica intorno al Castello (foto) medievale, che si affaccia sul greto del Tagliamento in posizione un tempo strategica per i commerci, in presenza di guadi dell’ampio corso fluviale. Alla fine del ‘400 risalgono gli estesi affreschi della facciata sulla corte interna, opera di A. Bellunello, probabilmente voluti da Alvise di Spilimbergo per celebrare i legami fra la sua casata e quella Altan di San Vito; nelle parti più integre, dall’alto, si riconoscono ritratti virili entro clipei, stemmi nobiliari, le quattro Virtù cardinali, figure con strumenti musicali e paggi che tengono le redini di cavalli rampanti. Oltrepassato il ponticello sul fossato ci si trova in un ampio piazzale su cui prospettano la Loggia rinascimentale (già sede del Municipio, ora trasferito nel poco distante palazzo Spilimbergo di sopra) e, sul lato opposto, il duomo di Santa Maria Maggiore (dietro alla sua abside, la chiesetta di Santa Cecilia, ove si conserva un Martirio di due Sante del Narvesa). Diversi altri sono in città gli edifici di culto che meritano una visita: ad esempio la chiesa di San Giovanni Battista (al cui interno si impone la digrignata Crocifissione ad affresco -inizi sec. XV- incastonata nell’altar maggiore a ricoprire funzione di pala; a un altare di destra, Visitazione di G. Narvesa -1588-), quella di San Rocco (con lo stesso Narvesa autore, ai primi del ‘600, della morbida raffigurazione del santo eponimo) o, ai margini del centro abitato in direzione di Dignano, l’oratorio di San Giovanni dell’eremo (all’interno Agnus Dei, Apostoli e Storie del Battista -sec. XIV-XV- ). Fra gli edifici del centro storico si segnalano per la decorazione esterna ad affresco palazzo Monaco (sec. XV) e la cosiddetta casa dipinta presso la torre orientale; accanto ad essa, un altro edificio conserva nel sottoportico una Crocifissione e Santi essa pure riferibile alla mano di Narvesa. Nei dintorni di Spilimbergo ci si muove quasi necessariamente sulle orme del Pordenone: suoi affreschi si trovano nella chiesa di San Marco a Gaio (ante 1506; del 1490 è invece il portale di Pilacorte) e soprattutto nella chiesa di San Lorenzo a Vacile (1506-1510 ca.), sulle cui vele absidali si legge chiaramente (ad esempio nella differente tecnica di costruzione delle ombreggiature) il graduale discostarsi della sua pittura dagli accenti quasi esclusivamente grafici del contesto di formazione. Quello cioè che si può esplorare sulle pareti della chiesa di Sant’Antonio abate a Barbeano, campeggia il primo ciclo organi di affreschi friulano di Gianfrancesco da Tolmezzo (ante 1489). La personalità di grande disegnatore del maestro carnico vi traspare con tutta evidenza soprattutto nelle figure dei Dottori della Chiesa, Evangelisti e Profeti della volta, implacabilmente definiti nel dettaglio di barbe, leggii e sportelli delle cattedre scorciati secondo l’uso veneto. La persistenza del linguaggio pordenoniano nelle opere del suo principale continuatore è invece leggibile sugli intonaci della chiesa di Santa Croce a Baseglia, con il ciclo parietale firmato da P. Amalteo (1540-1550 ca.) che riserva forse i momenti migliori nelle vivide grottesche dell’intradosso e in figure di sensuale manierismo quale la Carità del piedritto sinistro. A Tauriano, il coro della chiesa di San Nicolò è decorato da affreschi di Giovan Pietro da Spilimbergo (1502), con Episodi dell’Antico e Nuovo Testamento e Storie di San Nicolò alle pareti.

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Comune di Tramonti di Sopra

Abitanti: 408

Superficie: 125,11 Kmq

Altitudine: 420 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Chiavalir, Chievolis, Redona, Chiarsuela, Inglagna, Maleon, Pradiel, Pradis, Quas, Selva, Sisto, Sottrivea, Staligial, Valentinis, Frasseneit, Tronconere

Municipio: Via Roma, 1 – 33090 Tramonti di Sopra

Tel.: 0427.869012 Fax: 0427.869263

Basta lasciar spaziare lo sguardo sulle acque del lago artificiale del Zul o lungo i pendii erbosi che incorniciano le varie borgate per rendersi conto che le principali attrattive dei luoghi sono quelle naturalistiche. Valgono comunque ad integrarle alcuni esempi di architettura rurale (come i “portici ad arco” di Tramonti di Mezzo, dai quali si accede al microcosmo umano e strutturale delle corti), che, dove è sopravvissuta a troppo energici interventi di “restauro”, sa ancora esprimere un’ammirevole coerenza estetica e funzionale con l’ambiente circostante. Tra gli edifici sacri si segnalano invece, a Tramonti di Sopra, la chiesa parrocchiale di San Floriano e la piccola, neogotica chiesa della Salute, al cui interno trovano posto le recenti stazioni della Via Crucis e un’Annunciazione ad affresco di G.C. Magri. Nella chiesa di Sant’Antonio a Tramonti di Mezzo, una Madonna col Bambino e San Giovannino di scuola veneto-emiliana (sec. XVII-XVIII).

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Comune di Tramonti di Sotto

Abitanti: 438

Superficie: 85,19 Kmq

Altitudine: 366 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Tramonti di Mezzo, Campone, Beloz, Cleva, Faidona, Muinta, Sclaf, Sghittosa, Sialin, Tamarat, Tridis, Valent, Zanon, Palcoda, San Vincenzo

Municipio: Piazza S. Croce, 15 – 33090 Tramonti di Sotto

Tel.: 0427.869017 Fax: 0427.869010

La frequentazione turistica di Tramonti di Sotto è certo legata più alle escursioni lungo panoramici sentieri o alla pesca su lago di Redona che non alle esplorazioni artistiche, ma perde davvero qualcosa chi non varca la soglia della chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore. Nel suo coro si conservano infatti, seppure frammentari, degli affreschi di inizio ‘500 dovuti a Gian Pietro da Spilimbergo che esibiscono finezza decorativa pari alla loro articolazione compositiva. Nella volta, percorsa da fitte nervature, trovano posto Dottori della Chiesa, Angeli e simboli degli Evangelisti, Cristo e la Vergine in trono, Apostoli e Santi. Dietro all’ altare seicentesco (le statue sono di G.B. Bettini, datate 1744) si fa contemplare di scorcio una Crocifissione; ritratti in cornici circolari ornano gli sguinci dei finestroni e figure di Profeti l’intradosso dell’arcone, che reca sul prospetto Annunciazione e Sacrificio di Caino e Abele. Ben più scarno il modellato dei quattro Angeli cerofori in pietra che ornano la balaustra (inizi ‘500), riferibili a Carlo da Carona o ad un suo seguace della scuola di Meduno. Nella chiesa di San Nicolò a Campone si segnalano una Madonna del Rosario (sec. XVIII) di G. Turro e affreschi (1963) di G.C. Magri.

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Comune di Travesio

Abitanti: 1,758

Superficie: 28,82 Kmq

Altitudine: 226 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Molevana, Toppo, Usago, Zancan

Municipio: Piazza XX Settembre, 33 – 33090 Travesio

Tel.: 0427.90235 Fax: 0427.907985

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Nel coro della chiesa di San Pietro apostolo si trova il più articolato ciclo di affreschi eseguiti in Friuli dal Pordenone, il quale nel 1516 ca. decoròla volta, gli spicchi laterali e le lunette, nel 1525-1526 le pareti, gli sguanci del finestrone e l’intradosso dell’arco absidale. Dai dipinti traspare l’evoluzione stilistica del pittore, che progressivamente innesta un senso plastico e scenografico di derivazione michelangiolesca nel tessuto di una pittura strettamente legata, per morbidezza di trapassi cromatici, al tonalismo veneto. Di G. A. Pilacorte è il fonte battesimale (1490 ca.), sulla cui coppa appaiono decori fitomorfi e di derivazione classica consueti alla produzione dell’autore, mentre putti musicanti sono addossati al fusto. E di Pilacorte è anche il portale della sacrestia (già collocato in facciata), datato 1484 e sormontato da Annunciazione e Padreterno. Sopra ad esso si conserva infine una Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano, Rocco e Antonio abate (1537) di P. Amalteo, in cui il principale seguace del Pordenone riprende efficacemente il linguaggio del maestro nel paesaggio e nel San Rocco in primo piano. A Travesio opere di Pilacorte e Amalteo si trovano anche, rispettivamente, nella chiesa della Madonna del latte a Zancan (portale con Madonna del latte e testine alate di cherubini, fine XV sec.) e nella chiesa di San Tommaso a Usago.

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Comune di Valvasone

Abitanti: 1,936

Superficie: 17,86 Kmq

Altitudine: 59 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Casamatta, Pozzo Dipinto, Ponte Tagliamento, Torricella

Municipio: Piazza Mercato, 1 – 33098 Valvasone

Tel.: 0434.89022 Fax: 0434.899220

http://www.comune.valvasone.pn.it/

Il centro storico di Valvasone è organizzato intorno a due poli: il castello (foto in basso a sx) e il duomo (foto in basso a dx). Il primo, del quale si sta conducendo a termine un lungo e complesso restauro, ha origini medievali ma si offre allo sguardo -una volta oltrepassata la torre di accesso a quella che era la prima cinta muraria- in forme che risalgono in buona parte al sec. XVI. A questa facies esterna, piuttosto scabra e tale da porre in rilievo le strutture difensive, corrisponde un interno dalla ricca decorazione, fatta di affreschi, cantinelle dipinte e di stucchi, a cui non manca la pittoresca attrattiva di un teatrino del sec. XVIII. Pochi passi lungo le viuzze dalla pavimentazione in acciottolato sono sufficienti per sbucare nella raccolta piazza del duomo. Intitolata al Santissimo Corpo di Cristo, anche la chiesa presenta oggi un aspetto che non tradisce le sue reali origini: edificata nel sec. XV, essa venne infatti riplasmata secondo schemi neogotici fra Otto e Novecento. Ha invece conservato i caratteri originari, al suo interno, il prezioso organo costruito a Venezia nella bottega di V. Colombo (1532-1538), ornato dai dipinti del Pordenone e di P. Amalteo, il quale nel 1549 subentrò al maestro che aveva anni prima avviato l’esecuzione delle grandi tele sulle portelle. Soggetti della decorazione sono la chiesa di San Pietro apostolo offre un repertorio d’alto livello di pittura devozionale, grazie agli affreschi di Pietro da Vicenza (inizi sec. XVI). Le pitture parietali dell’artista veneto si organizzano sugli intonaci sotto forma di polittici: arcatelle a tutto sesto e architravi con motivi ornamentali di gusto classico (come il grande vaso con bucrani) costruiscono delle edicole in cui ordinatamente si dispongono Santissima Trinità fra i Santi Bartolomeo e Biagio, Giovanni Battista e Lucia, Apollonia e Caterina, Antonio abate e Gottardo; Santi Cristoforo e Girolamo; Madonna in trono fra i Santi Sebastiano, Rocco, Leonardo e Giobbe. Completano la decorazione sacra dell’edificio un affresco in controfacciata con Cristo in croce fra la Vergine, San Giovanni e i Santi Pietro e Paolo (fine sec. XIV) e due altari lignei seicenteschi; sopra il portale, un organo positivo del sec. XVII. Prospiciente la chiesa, casa Fortuni riserva la sorpresa di un trompe l’oeil in stucco, mentre poco oltre, sulla facciata di un altro edificio, una Madonna col Bambino in trono fra i Santi Sebastiano e Rocco riferibile alla mano di Pietro da San Vito (inizi sec. XVI) si offre ad esempio delle altre numerose opere ad affresco esistenti sugli intonaci di Valvasone: dalle decorazioni geometriche di facciata ai più complessi inserti figurati (fra i quali di estremo interesse risultano i ritratti e le scene popolari da poco recuperati all’interno di palazzo Duilio Paribelli in piazza Mercato).

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Comune di Vajont

Abitanti: 1,349

Superficie: 1,58 Kmq

Altitudine: 287 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: 

Municipio: Piazzale Monte Toc, 1 – 33080 Vajont
Tel.: 0427.71395 Fax: 0427.701244

Vajont ‘è una realtà urbana nata in seguito alla tragedia dell’omonima diga, per offrire sistemazione a quegli abitanti di Erto e Casso sopravvissuti al disastro del 9 ottobre 1963, ma costretti ad abbandonare il proprio paese. Ne è derivato un insediamento con i tipici caratteri delle città ideali che nel XX sec. hanno tradotto in termini razionalisti il modello rinascimentale: esasperato rigore geometrico della pianta (un reticolo ortogonale di strade e file di case a schiera) e conseguente metafisica freddezza dei contesti del vivere sociale, cui si è cercato di ovviare con interventi di riqualificazione urbana e aggregazione. Nitore estetico e vivere quotidiano trovano invece buona coesione nella chiesa e nel cimitero, progettati dagli architetti G. Gresleri e S. Varnier, che hanno saputo tradurre nei volumi puri ed essenziali del cemento armato il senso di una profonda spiritualità.

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Comune di Vito d’Asio

Abitanti: 892

Superficie: 53,85 Kmq

Altitudine: 320 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Anduins, Casiacco, Pielungo, S. Francesco, Battaias, Cedolins, Celante di Vito, Fruins, Marinis, Paveon, Reonis, Selets, Valentinis

Municipio: Piazza Municipio, 1 – 33090 Vito d Asio

Tel.: 0427.80136 Fax: 0427.80692

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Sul piano artistico Vito d’Asio ha il suo cuore lontano dall’abitato, nell’antica e isolata pieve di San Martino. L’interno è dominato dal grande altare lapideo di G.A. Pilacorte (1525-28), vera e propria antologia tridimensionale della devozione popolare in cui dal basso si succedono le statue della Madonna col Bambino in trono fra San Martino e il povero e i Santi Giacomo e Maria Maddalena, i Santi Lucia (?), Margherita e Giovanni Evangelista, la Natività e i Santi Michele Arcangelo e Nicola, fino alla cimasa contenente la Crocifissione e al timpano con Padre Eterno, Angelo e Vergine annunciata. Al centro del paese è invece la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo (sec. XVIII), nella quale si segnala una Madonna del Rosario (1835) dipinta da O. Politi; e a Pielungo il neogotico Castello (foto) del conte G. Ceconi di Montececon (fine sec. XIX) trasporta lo sguardo in una dimensione fiabesca.

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Comune di Vivaro

Abitanti: 1,272

Superficie: 37,57 Kmq

Altitudine: 138 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Basaldella, Tesis

Municipio: Piazza Umberto I, 4 – 33099 Vivaro

Tel.: 0427.97015 Fax: 0427.97510

Il’ paesaggio dei magredi, fra Meduna e Cellina, è l’aspro scenario in cui si situa Vivaro; aspro quanto il disegno che struttura la Pietà fra i Santi Antonio abate e Girolamo (1482), di Gianfrancesco da Tolmezzo, conservata nella chiesa parrocchiale di Santa Maria. Nel frammentario affresco, tra i primi conosciuti dell’artista, il corpo di Cristo abbandonato in grembo alla Madre ricalca lo schema iconografico del Vesperbild. Nella chiesa delle Sante Fosca e Maura, a Basaldella, spiccano agli altari di destra dell’aula due pale di G. Narvesa: una Pietà con i Santi Urbano, Agostino, Girolamo e Silvestro (1616) e i Santi Antonio abate, Pietro e Agata (1601). Un’acquasantiera e un fonte battesimale del 1529 impreziosiscono la chiesa di San Paolo a Tesis. Nella medesima località un Antiquarium conserva i materiali (principalmente di età romana e altomedievale) portati alla luce dalle ricerche archeologiche condotte nella zona.

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Comune di Zoppola

Abitanti: 8,233

Superficie: 45,36 Kmq

Altitudine: 36 mt. s.l.m.

Frazioni e Località: Castions, Cusano, Murlis, Orcenico Inferiore, Orcenico Superiore, Ovoledo, Poincicco, Cevraia, San Valentino

Municipio: Via Romanò Antonio, 10 – 33080 Zoppola

Tel.: 0434.577555 Fax: 0434.574025

Zoppola è anzitutto il Castello dei Conti Panciera (foto), risalente al sec. XIV, il cui cortile interno è ornato da un ciclo di affreschi del ‘500 attribuito all’Amalteo. Ad offrire attrattive artistiche sono poi le chiese: dalla settecentesca San Martino (statue di L. De Paoli, inizi ‘900; Nozze mistiche di Santa Caterina, scuola di Palma il Giovane) a Sant’Andrea a Castions, con tele dell’Amalteo (Pentecoste, 1532; Madonna col Bambino in trono fra i Santi Rocco e Sebastiano, 1565-69 ca.), affreschi di Pietro Gorizio nel coro (Crocifissione, Storie dei Santi Pietro e Andrea, Decapitazione di San Giacomo, inizi XVI sec.) e un San Giovanni Battista fra santi, un devoto e la Trinità di Antonio Carneo (1680 ca.); da Santo Stefano a Cevraia, fisicamente inglobata dal nucleo abitato, con una Madonna col Bambino in trono e santi del Calderari, a San Michele a Ovoledo (affreschi di Girolamo del Zocco, 1568-69). Dipinti del ‘500 anche in loc. Sile e ad Orcenico superiore, mentre a Orcenico inferiore la chiesa di Sant’Ulderico conserva altari di G.Contiero e una Visitazione attribuibile a N. Bambini (sec. XVIII). Del ‘700 pure la barchessa di Villa Panciera a Murlis, cui è annessa la chiesa a pianta centrale di Santa Lucia.

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